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Numero 44 | 24 ottobre 2025

Carinzia

Peršmanhof, Carinzia, un episodio segno dei tempi?


In Carinzia, un’operazione di polizia su larga scala presso il memoriale di Peršmanhof, uno dei siti commemorativi più significativi dell’Austria dedicato alla resistenza e alle vittime civili del regime nazista, ha suscitato aspre critiche da parte della società civile e dei leader politici. 

Il 27 luglio scorso la polizia è intervenuta nel campo internazionale di educazione giovanile presso il memoriale di Peršmanhof, situato nelle Caravanche, la catena montuosa delle Alpi Sud-orientali che delinea il confine tra Carinzia e Slovenia. 

Il campo, a cui aderivano circa 60 giovani provenienti da Austria, Slovenia e Italia, era incentrato sull’educazione antifascista e sulla commemorazione dell’80° anniversario della fine della seconda guerra mondiale. 

L’evento era sostenuto dal Museo del memoriale di Peršmanhof e organizzato da un’associazione studentesca slovena con sede a Vienna.

Le autorità di polizia hanno citato a motivo dell’intervento presunte violazioni amministrative, tra cui che il campeggio non fosse autorizzato e che ci fossero possibili violazioni di carattere ambientale.

Tuttavia, la portata dell’operazione è stata considerata eccessiva per un contesto del genere: si parla di oltre 30 agenti di polizia, alcuni dei quali pesantemente armati, insieme a elicotteri, droni e unità cinofile, che hanno effettuato controlli d’identità e perquisito i locali. 

Diverse persone sono state temporaneamente detenute e una ha riportato lievi ferite durante l’episodio.

La tragica storia che il  memoriale di Peršmanhof racconta

Durante la seconda guerra mondiale, quella che era una semplice fattoria di montagna, la fattoria Peršmanhof, divenne un centro della resistenza partigiana contro l’occupazione nazista. 

In questo luogo, il 25 Aprile 1945, a pochi giorni dalla fine del secondo conflitto mondiale, i membri delle SS e del 13° reggimento di polizia massacrarono 11 civili, tra cui 7 bambini.

Nei decenni successivi alla guerra, il Peršmanhof si è trasformato in un luogo della memoria e in un centro di educazione storica. 

Nel 2012 è stato ampliato e trasformato in un moderno museo bilingue (sloveno e tedesco) che offre mostre interattive sulla persecuzione, la resistenza, e affronta tematiche tra cui le politiche di assimilazione forzata, le deportazioni, i campi di concentramento e la lotta partigiana, con particolare attenzione alla storia e al ruolo della minoranza slovena della Carinzia. 

Una operazione pesante in un luogo della memoria

Gli eventi verificatisi al memoriale di Peršmanhof hanno scatenato un ampio dibattito e profonde preoccupazioni circa la sensibilità delle istituzioni della Repubblica federale nei confronti delle questioni relative alla cultura della memoria, ai diritti delle minoranze e al ruolo dell’autorità statale in Austria.

Per la comunità slovena della Carinzia, storicamente emarginata e soggetta a repressione, il memoriale rappresenta un riconoscimento a lungo atteso e uno spazio per la memoria collettiva.

Il 2025 è l’anno che demarca l’80° anniversario del massacro di Peršmanhof; il fatto che la polizia sia intervenuta durante un evento educativo pacifico, che coinvolgeva – tra gli altri – i discendenti delle vittime del nazismo e dei combattenti della resistenza, è stato descritto dai leader della comunità come ritraumatizzante e come un affronto alla memoria stessa delle vittime.

Bernard Sadovnik, sindaco di Globasnitz e Presidente della Comunità degli sloveni in Carinzia – nonchè discendente delle famiglie uccise dalle SS presso il Peršmanhof – ha affermato: “Ci ha colpito nel profondo della nostra anima e del nostro cuore, come discendenti, ma anche come membri del gruppo etnico, subire un tale vituperio a ottant’anni dal massacro. Chi afferma che l’operazione è stata mossa da violazioni amministrative, e poi fa un intervento di tali proporzioni al Peršmanhof, è necessario ammetta che o non era abbastanza sensibile, o aveva altre intenzioni. Ed è semplicemente vergognoso, per la Repubblica, per la democrazia, che un’operazione del genere sia stata possibile. Quanto accaduto scuote la mia fiducia, non solo nella sensibilità delle istituzioni statali, ma anche nella sincerità con cui l’Austria ricorda i crimini del nazionalsocialismo”.

Sui recenti eventi di Peršmanhof è stata aperta un’inchiesta, nelle prossime settimane sarà possibile conoscere il resoconto ed il giudizio che le autorità statali daranno riguardo a quanto accaduto. 

Gabriele Violino
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Vicepresidente di EFAY – European Free Alliance Youth, il gruppo giovanile di EFA/ALE – European Free Alliance/Alleanza Libera Europea.

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