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Numero 30 | 14 Marzo 2025

conferenza

Materiali didattici comuni per una comprensione transnazionale della storia. Un progetto per Alpe-Adria


Come si può vedere oggi in molti centri di conflitto e teatri di guerra, tali dispute sono sempre accompagnate da una guerra della memoria o preparate da essa. La storia viene mobilitata come un’arma contro i rispettivi avversari, per attribuire colpe e rivendicare diritti. Questo divide Stati, popoli e persone. Una cultura della pace non può svilupparsi in questo modo e non riusciamo ad affrontare le grandi sfide dell’umanità, che possiamo vincere solo insieme – soprattutto la conservazione della biosfera come habitat comune di tutte le persone, gli animali e le piante. 

Nella nostra regione Alpe-Adria, che è stata teatro di tutte le guerre europee del XX secolo, esiste oggi un rapporto di buon vicinato con numerosi contatti transfrontalieri. La Capitale della Cultura 2025, Gorizia e Nova Gorica, ne è il miglior esempio. Tuttavia, esistono ancora narrazioni nazionaliste indiscusse in Carinzia così come in Slovenia e in Friuli-Venezia Giulia. In passato, anche nel dopoguerra, queste ideologie, che percepiscono i rispettivi “altri” come una minaccia, si sono sempre rafforzate a vicenda. Questo non deve più accadere, altrimenti le tensioni minori possono trasformarsi rapidamente in conflitti più grandi. Affinché ciò riesca, è necessario che questi conflitti di memoria vengano gradualmente superati attraverso la “memoria dialogica”, e che oltre questo è fondamentale fare sistematicamente dei passi verso la comprensione. Ciò che ci ha diviso finora, la storia della violenza, dovrebbe diventare ciò che ci unisce attraverso una rivalutazione comune!

Visione di pace per Alpe-Adria, l’educazione è chiave per la comprensione

Il Manifesto Alpe-Adria del 2018 – un documento dei movimenti per la pace dei tre paesi Italia, Austria e Slovenia – sviluppa quindi l’idea di una regione di pace:

„L’Alpe-Adria è più di una grande regione (turistica), è l’incarnazione di un’idea politica, il punto focale di desideri e aspirazioni verso forme alternative di convivenza. Dobbiamo mantenere e valorizzare il tesoro delle diversità, nucleo dell’idea dell’Alpe-Adria. Non vi è forse altro luogo in Europa ove lo spostamento dei confini, determinato dagli eventi storici, abbia fatto capire altrettanto bene quanto qui da noi, come sia importante interrogarsi sul senso dei confini e avere la capacità di valicarli. […] Questa identità dell’Alpe-Adria, più grande dell’identità locale e più sfaccettata dell’identità nazionale, potrebbe costituire il ponte per una più ampia identità europea all’interno della patria Europa, a sua volta parte di un’identità globale di una comune terra-patria (Edgar Morin).” (https://doi.org/10.23963/cnp.2020.5.2.10)

 

Il ruolo dell’istruzione e della scuola è essenziale in questo sforzo, ma le prospettive nazionali sono ancora (o sono di nuovo?) predominanti nel sistema educativo. Per questo motivo un piccolo gruppo di educatori austriaci, principalmente dell’Università di Klagenfurt e della Pädagogische Hochschule Kärnten (Collegio universitario per la formazione degli insegnanti della Carinzia), ha preso l’iniziativa di contattare i colleghi friulani e sloveni e di avviare un progetto. Il principio guida era quello che Aleida Assmann chiama “memoria dialogica”: Un primo passo importante è il riconoscimento delle diverse prospettive sulla storia comune e conflittuale. In seguito, possono emergere nuove narrazioni comuni. 

Obiettivi del progetto

Gli obiettivi del progetto sono stati definiti come segue: 

  Creare una conoscenza della storia e della cultura della regione transnazionale Alpe-Adria da un punto di vista multiprospettico 

  Promuovere una riflessione storico-politica inclusiva e transfrontaliera tra insegnanti e studenti

  Svolgere un lavoro preliminare per l’educazione transnazionale congiunta nella regione Alpe-Adria 

  Contribuire alla pace nella regione Alpe-Adria attraverso l’educazione alla pace e alla convivenza

In particolare, ci siamo posti tre compiti: 

  • Confrontare e analizzare i materiali didattici sulla storia della regione nei tre Paesi Italia, Austria e Slovenia. 
  • Sviluppare nuovi materiali didattici trilingue per l’intera regione Alpe-Adria in tutte e le tre lingue che siano deliberatamente progettati per essere multiprospettici, in modo che nessuna prospettiva nazionale sia in primo piano e che possano essere utilizzati in tutti e tre i Paesi.
  • Riflessioni e discussioni teoriche e didattiche sui temi del nazionalismo, del vicinato, della cultura del ricordo, della storia della regione Alpe-Adria etc.

A tal fine, inizialmente sono stati organizzati diversi workshop in ciascun Paese, dove sono state gettate le basi per la cooperazione. Sono state inoltre organizzate due conferenze trinazionali a Klagenfurt nel 2022 e nel 2023. Il terzo anno (2024) è stato utilizzato per testare i materiali in diverse scuole, inizialmente soprattutto in Italia e in Austria. Il progetto ha prodotto una serie di materiali, analisi e documenti concettuali, che sono ora disponibili per tutti gli interessati su un sito web trilingue. (https://dialogischeserinnern.at/it)

Alcuni risultati del progetto 

Un confronto tra i libri di testo austriaci e italiani sul tema dell’Alpe-Adria (Il periodo dal 1848 all’inizio della Prima guerra mondiale) mostra che qui c’è ancora bisogno di agire. Ecco alcuni estratti dal dossier “La regione Alpe-Adria in alcuni libri di storia selezionati per le lezioni scolastiche”: 

“In linea con la prospettiva nazionale e la fissazione sulle lingue nazionali, la situazione particolare della regione Alpe-Adria nell’Impero asburgico, con il suo plurilinguismo e la sua mescolanza etnica e culturale, non viene affrontata da nessuna parte, e certamente non viene affrontato un piccolo gruppo linguistico come i friulani. Gli sloveni sono menzionati solo di sfuggita in relazione ad altre popolazioni slave del Sud dell’Impero asburgico; da nessuna parte si trovano informazioni sulla loro area di insediamento, sulla loro situazione sociale o sulla loro lingua.” (Analisi dei libri scolastici) 

Ad oggi, sono disponibili sette fascicoli completi come unità didattiche da utilizzare nelle scuole e nella formazione degli adulti:

  • Guerra e pace in Peter Rosegger (scrittore famoso in Austria alla fine del XIX secolo)
  • Conflitti nazionali locali prima del 1920 all’incrocio di due gruppi linguistici (germanofoni e sloveni). L’esempio del sacerdote Stefan Singer ad Augsdorf/Loga vas e Velden/Vrba (Carinzia)
  • Rapporti familiari in tempo di guerra. Un caso goriziano (Italia e Jugoslavia) 
  • Cambiamenti di confine tra le Alpi e il Mare Adriatico. Lavorare con materiale cartografico (storico)
  • Cosa significa non essere autorizzato a usare la propria lingua madre? Dal multilinguismo naturale al monolinguismo forzato – e ritorno? (La regione triestina all’epoca del fascismo e le sfide del multilinguismo oggi in tutti i paesi dell’Alpe-Adria)
  • Poesie sull’epoca del Nazionalsocialismo in Carinzia. Ciclo di poesie “Smrt” (morte). Riferimento alle vittime dell’era nazista che sono state imprigionate nell’avamposto del campo di concentramento di Mauthausen sul Passo del Loibl (confine tra Austria e Jugoslavia/Slovenia)
  • Memoria dialogica e/o emancipatoria? Una controversia che intende stimolare la discussione

Questi fascicoli sono corredati da note didattiche e considerazioni generali. Sono inoltre disponibili due testi di base sulla memoria dialogica nella regione Alpe-Adria.

Prospettive

L’anno commemorativo 2025 e la doppia Capitale della Cultura Gorizia/Nova Gorica offrono molte opportunità per impegnarsi maggiormente nella memoria dialogica e per attingere ai materiali, ai suggerimenti e alle intuizioni che questa rete internazionale di persone impegnate ha sviluppato. Dobbiamo solo mobilitare il nostro coraggio e la nostra energia, come dice il Manifesto Alpe-Adria:

“Una regione di pace necessita di una grande visione, ma questa può essere realizzata solo attraverso tanti piccoli passi. Quello che spesso manca è la capacità di indignazione, e manca anche la speranza. Manca il coraggio di credere che le cose possano cambiare, e il coraggio di adoperarsi per realizzare questo cambiamento. Anche questo è un sintomo del pensiero unico dominante, che si finge libero da ideologie e vuole farci credere che non vi siano alternative alla situazione presente. Le esperienze del secolo scorso dimostrano invece che dipende da noi cambiare qualcosa. Robert Musil, scrittore nato in Carinzia, ci ha insegnato a fare uso del nostro senso del possibile“.

Werner Wintersteiner
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Werner Wintersteiner, professore emerito di didattica del tedesco presso l'Università di Klagenfurt; fondatore ed ex direttore del Centro per la ricerca sulla pace e l'educazione alla pace di Klagenfurt, membro del team di gestione del corso universitarioEducazione alla cittadinanza globale.

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