
Kronospan: la partecipazione popolare non è reato
La Corte d’Appello di Trieste si è pronunciata sulla richiesta di risarcimento da 600.000 euro richiesta da Kronospan a carico delle due portavoce del Comitato ABC di S. Vito al Tagliamento, che ha partecipato all’iter d’approvazione di una richiesta di ampliamento in quell’insediamento industriale. Di seguito nel merito pubblichiamo il comunicato stampa di Eleonora Frattolin e Lucia Mariuz che commenta la sentenza.
Di questa vicenda avevamo già scritto quasi un anno fa, qui https://ilpassogiusto.eu/e-un-ricatto-o-una-minaccia/ e, dovendo constatare che un anno dopo quel clima intimidatorio in generale persiste, fino a diventare esplicite previsioni di legge del Governo nel cosiddetto Disegno di Legge “Sicurezza”, rivolto anche proprio ad impedire, limitare, trasformare in reati modalità e forme di espressione politica, è confortante registrare che per ora non tutti gli atti simili di bullismo sono efficaci e che, nei dovuti termini, l’autorganizzazione di cittadine e cittadini e la partecipazione alle procedure aperte di valutazione di opere e progetti si può fare.
Resta ancora aperto il destino del progetto, essendoci ancora tre ricorsi al Consiglio di Stato, uno del Comitato ABC e due dell’amministrazione comunale, il primo dei quali potrebbe arrivare a sentenza a breve.
Comunicato Stampa
Trieste, 23 gennaio 2025
Libertà di espressione e tutela dell’ambiente: una vittoria per la democrazia e la salute pubblica
La Corte d’Appello di Trieste ha respinto l’appello sulla richiesta di risarcimento da 600.000 euro presentato da Kronospan Italia S.r.l. e dal suo amministratore contro le due portavoce del Comitato ABC Eleonora Frattolin e Lucia Mariuz, sancendo un’importante vittoria per la libertà di espressione dei cittadini e delle cittadine impegnati nella tutela dell’ambiente e della salute pubblica.
La sentenza, che conferma le conclusioni del Tribunale di Pordenone, ribadisce il diritto ad esprimere critiche anche accese nei confronti di progetti industriali percepiti come rischiosi per l’ambiente e la salute. La Corte ha sottolineato come il diritto di critica, riconosciuto dalla Costituzione, non possa essere limitato se esercitato nel rispetto dei principi di verità putativa e continenza, e ha evidenziato l’importanza della partecipazione attiva della società civile nei processi decisionali che incidono sul territorio.
Secondo i giudici, le iniziative del Comitato ABC, compresi i comunicati stampa e i post sui social media, erano volte a sensibilizzare l’opinione pubblica su temi di rilevante interesse collettivo, come la qualità dell’aria e i rischi per la salute derivanti da emissioni industriali. La Corte ha riconosciuto che i toni critici utilizzati dal Comitato erano giustificati dalla necessità di evidenziare le preoccupazioni della popolazione locale e non configuravano una denigrazione gratuita dell’azienda.
Questa sentenza, che non solo rigetta qualunque pretesa di risarcimento ma condanna l’azienda al pagamento delle ingenti spese legali sostenute dalle due portavoce, rappresenta un precedente fondamentale per la difesa della libertà di espressione, garantendo il diritto di manifestare dissenso e di promuovere la trasparenza nei processi decisionali che coinvolgono l’ambiente e la salute pubblica.
In un momento storico in cui le sfide ambientali richiedono il coinvolgimento attivo di tutte le parti interessate é inaccettabile che cittadine comuni, impegnate in prima linea per garantire un ambiente più sano alle generazioni future, vengano minacciate da azioni legali intimidatorie da parte di una multinazionale. Nessuno dovrebbe temere di subire ritorsioni per aver difeso il diritto alla salute e alla tutela dell’ambiente e la decisione della Corte d’Appello di Trieste non fa altro che riaffermare il valore della partecipazione civica e il ruolo cruciale del dibattito democratico.