
Con la Fondazione Langer per respingere l’odio lavorando insieme.
Lo scorso 26 febbraio tra Gorizia e Nova Gorica si è snodato un appuntamento che ha cercato di connettere passati e presenti, storie parallele.
Il luogo è quello della Capitale europea della cultura 2025 che gioca le sue carte, per chi ci crede e non si accontenta di una aggiornata operazione di promozione turistica e commerciale, sul futuro di due città che possono essere una e che, insieme ai loro territori sul superamento della storia e dei confini possono costruire un progetto di identità, di società e di relazioni socioeconomiche.
Il riferimento ideale è quello a un politico sui generis, di confine da più punti di vista umani e culturali, come Alex Langer. Dal rifiuto delle gabbie etniche nel Sud Tirolo alla pratica della costruzione di ponti fra diversi e distanti nella Jugoslavia degli anni 90, al pacifismo attivo e alla ricerca della migliore politica in mille forme e occasioni. E quindi la Fondazione che porta il suo nome e che ne riprende, ricorda e tiene vivi gli ideali con iniziative e un premio annuale.
Infine l’attualità della guerra e del disastro, da tutti i punti di vista, in Palestina la cui dimensione quotidiana può essere ben compresa seguendo il video dell’incontro che qui segnaliamo con le testimonianze dei due premiati, un israeliano ed un palestinese, rappresentanti una esperienza che riassume ancora una volta la possibilità concreta di una “scelta della nonviolenza attiva e il ricorso a pratiche creative, dal basso, che vedono spesso protagonisti donne e bambini, ha l’obiettivo di evitare pretesti all’uso della forza e rende l’azione congiunta di Youth of Sumud – ‘perseveranza’ – e Ta’ayush – ‘vivere insieme’ – una realtà che testimonia la possibilità di opporsi alla continua alimentazione dell’odio. Quando più immediato sarebbe ergere muri e barriere, i palestinesi di Youth of Sumud e gli israeliani di Ta’ayush dimostrano di essere in grado di oltrepassare i confini della ‘compattezza etnica’. Questa collaborazione rappresenta, quindi una singolare messa in pratica del ‘Tentativo di decalogo per la convivenza interetnica’ di Alexander Langer.”
Questa rivista ha contribuito, insieme a liste civiche, associazioni e alla Fondazione Langer all’iniziativa del 26, che ci si augura sia solo la prima nel corso di tutto l’anno, alla ricerca di occasioni, scambi, suggestioni, ipotesi per gli anni che verranno.