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Numero 34 | 9 maggio 2025

pace

Palestina. Contrastare l’orrore, organizzare solidarietà


Lunedì 5 maggio a Udine Luisa Morgantini, già Vicepresidente del Parlamento Europeo, ha portato le ultime notizie da Gaza e dalla Cisgiordania proprio mentre il governo israeliano annunciava l’intenzione di continuare e concludere la pulizia etnica nella Striscia di Gaza. Qui l’introduzione all’incontro..

Ringrazio Berenice per il suo intervento introduttivo e tutti gli operatori e le operatrici della Comunità Nove e della Cooperativa Itaca per l’ospitalità generosa che hanno dato a questa iniziativa. Un ringraziamento speciale va a Luisa Morgantini per aver accettato il nostro invito e per essere con noi stasera. Ci fa molto piacere incontrarla in questo luogo che è uno spazio di cura, di accompagnamento delle persone in difficoltà ed anche un significativo punto di aggregazione e di proposta culturale per la città di Udine. 

Saluto tutte le persone presenti che venendo qui stasera, oltre a condividere sentimenti di indignazione e dolore per quanto sta accadendo in Palestina, ci incoraggiano a reagire collettivamente all’ingiustizia, a organizzare solidarietà, a contrastare con l’impegno civile l’orrore che domina a Gaza e in Cisgiordania.

Ringrazio per la condivisione le tante associazioni che hanno aderito all’iniziativa odierna:  Gruppo Anna Achmatova –  ANPI Udine – ARCI Udine e Pordenone – Associazione ARUM APS – Comitato per la Palestina Udine – OIKOS  ETS – Ospiti in Arrivo – Rete Radié Resch – Associazione La Tela – UDU Udine – USI Udine, Associazione L’ Arca della Pace ODV – Associazione per la Pace Pordenone – Associazione Strada Facendo Manzano – Centro di Accoglienza “Ernesto Balducci” Zugliano – CEVI Udine – Circolo ARCI Montereale Valcellina – Comitato Pace Convivenza e Solidarietà Danilo Dolci – Le Donne Resistenti APS Udine – Legambiente Carnia –  Pax Christi Punto Pace Gorizia – Rete DASI FVG – Time for Africa. 

Saluto anche le compagne delle Donne in Nero di Padova che oggi hanno voluto raggiungerci.

Prima di passare la parola a Luisa, vorrei dire poche cose per esprimere quello che sul piano politico più ci inquieta e ci angoscia come cittadine e attiviste. Il genocidio che si sta consumando a Gaza e che ora ha raggiunto il livello estremo della morte inflitta per fame e per sete a una popolazione sopravvissuta all’uccisione di migliaia di uomini, donne, bambini, è l’espressione di una crisi profonda del nostro sistema democratico. 

È una crisi che coinvolge pienamente l’Italia, l’Europa, l’Occidente, soggetti che hanno scelto il silenzio e l’inerzia di fronte alla devastazione della Palestina, accettando, di fatto, l’annientamento di un popolo ritenuto insignificante, non degno di protezione internazionale, di tutele, diritti, non meritevole di attestazioni di lutto per le tante vite venute a mancare.

Questa disponibilità a lasciar morire migliaia di esseri umani, come avviene anche con i migranti nel Mediterraneo, segnala non solo un decadimento morale delle classi dirigenti oggi al potere, ma una frattura dei fondamenti istitutivi delle democrazie liberali. 

Ne danno testimonianza le continue violazioni del diritto internazionale ridotto ormai all’irrilevanza, con la marginalizzazione degli interventi del Segretario Generale delle Nazioni Unite, le contestazioni ai pronunciamenti della Corte Internazionale di Giustizia e del Tribunale Penale Internazionale che hanno stigmatizzato e sanzionato i comportamenti di Israele nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania. 

Governi, Parlamenti, istituzioni pubbliche, importanti leader politici nel mondo ignorano l’obbligo di rispettare la legalità internazionale e continuano a sostenere militarmente Israele, mantenendo legami economici, diplomatici, di collaborazione tecnologica e scientifica con questo Paese, non ostacolandolo nelle scelte di oppressione, pulizia etnica, deportazione dei civili messe in atto con tanta spietatezza.

Potremmo dire che alla piena legittimazione della guerra avvenuta nello spazio pubblico negli ultimi anni, con la chiamata al riarmo a cui è approdata anche l’Unione Europea, ora si aggiunge una legittimazione e banalizzazione dei crimini di guerra e dei crimini contro l’umanità, in uno scenario internazionale dove sembrano valere solo le politiche di forza e di potenza degli Stati.

Nella tragica condizione in cui siamo inseriti e nel vuoto di appigli istituzionali capaci di interrompere il ciclo di guerre e di porre fine all’uso indiscriminato della violenza, crediamo che la società civile nelle sue diverse articolazioni debba moltiplicare gli sforzi per ottenere un cambiamento, mettendo a disposizione tutte le potenzialità organizzative, di mobilitazione, di proposta politica di cui è capace.

Di tutto questo vogliamo parlare con Luisa Morgantini a cui siamo legate da lunga amicizia.

Luisa è stata tra le fondatrici della Rete italiana delle Donne in Nero, è Presidente di Assopace Palestina e ha ricoperto il ruolo di Vicepresidente del Parlamento Europeo. Ha dedicato molti anni della sua vita a sostenere il diritto del popolo palestinese alla terra, alla libertà, all’autodeterminazione, impegnandosi per la costruzione di una pace giusta in Medio Oriente. 

Ha lavorato per sviluppare una mobilitazione democratica, popolare e nonviolenta contro la colonizzazione delle terre, la costruzione del muro, il regime di apartheid nei Territori palestinesi, cercando di mantenere aperte le relazioni con la parte di società civile israeliana contraria all’occupazione, valorizzando l’attività dei movimenti politici delle donne che, da una parte e dall’altra, non hanno rinunciato alla possibilità del confronto.

Luisa è appena rientrata dalla Palestina dove, nei giorni scorsi, ha accompagnato una delegazione di parlamentari di Alleanza Verdi Sinistra. Nei mesi precedenti ha vissuto stabilmente in Cisgiordania. Le chiediamo allora, partendo anche dalle ultime esperienze attraversate, di parlarci della situazione che lì ha incontrato.

Il colloquio con Morgantini a Onde Furlane

Luisa Morgantini qui è intervistata da Pauli Cantarut di Onde Furlane e ci parla del documentario No other land, vincitore dell’Oscar, che racconta dentro alla feroce e pianificata repressione dei coloni e dell’esercito israeliani contro i palestinesi episodi di fraternità, solidarietà e condivisione fra ebrei e arabi, di cui abbiamo già riferito anche in occasione del premio Langer 2025: https://ilpassogiusto.eu/con-la-fondazione-langer-per-respingere-lodio-lavorando-insieme/

Una realtà di segregazione, persecuzione e pulizia etnica ben precedente al 7 ottobre del 2023, che continua e sulla quale Morgantini, da poco rientrata dalla Palestina, ha informato nel corso di più incontri a Udine, ospite di associazioni pacifiste e del festival Vicino/lontano.

Qui l’intervista, nella rubrica Ator ator, trasmissione del 6 aprile scorso: 

 

Annalisa Comuzzi
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Vive a Udine, dove ha svolto per anni il lavoro di insegnante. Si è occupata di storia delle donne in età di Controriforma, scrivendo alcuni saggi. È da tempo un'attivista del movimento politico delle Donne in Nero e fa parte della Rete Diritti Accoglienza Solidarietà Internazionale del Friuli Venezia Giulia.

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