Comunità di Clavais, esempio di autogoverno e partecipazione civica
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Si allunga la lista delle Proprietà collettive della montagna friulana premiate con la “Bandiera verde” della “Carovana delle Alpi” di Legambiente.
Quest’anno, il prestigioso riconoscimento, già assegnato nel 2015 all’Amministrazione dei Beni civici di Givigliana e Tors (Rigolato) e nel 2017 al Consorzio vicinale di Pontafel (Pontebba), è andato al Dominio collettivo di Clavais (Ovaro), il primo di tutto il Friuli che ha dato piena applicazione alla Legge statale 168 del 2017 e che ha aderito alla neonata Federazione nazionale dei Domini collettivi “Paolo Grossi e Pietro Nervi”.
L’intraprendenza e la lungimiranza della Comunità di Clavais non sono sfuggite ai responsabili della Campagna di Legambiente, volta a valorizzare le «pratiche innovative e le esperienze di qualità ambientale e culturale più significative» dell’arco alpino italiano.
I giovani rappresentanti del piccolo paese della Val di Gorto, Mattia Primus, Francesco Marin, Emil Not e Nicola Puschiasis, hanno ritirato il prestigioso riconoscimento il 3 maggio, a Orta San Giulio (Novara), in occasione del “IX Summit delle Bandiere verdi di Legambiente”, intitolato “Comunità in transizione / Dai frammenti alla visione”.
Alla presenza del presidente regionale dell’associazione ambientalista, Sandro Cargnelutti, la “Bandiera verde” è stata assegnata alla Comunità carnica «per il progetto e l’attività di gestione del patrimonio collettivo a salvaguardia dell’eredità culturale della Frazione di Clavais (Ovaro) in un’ottica di equità intergenerazionale e di rinnovabilità delle risorse».
Nel “Dossier” in cui “Legambiente” descrive le realtà insignite del Premio, a proposito del Dominio collettivo della Val Degano – proprietario di poco meno di 120 ettari di prati, boschi e pascoli –, si sottolinea, in particolare, la «importante iniziativa di valorizzazione dei sentieri di Clavais e del versante S-O dello Zoncolan che è consistita nella pulizia, da parte di un folto gruppo di volontari, di 20 km di sentieri (gravemente danneggiati dalla tempesta Vaia, nonché da alluvioni e importanti nevicate di alcuni anni passati) e nella collocazione di cartelli di segnalazione».
Questa iniziativa – scrivono i responsabili della “Carovana delle Alpi” – valorizza il territorio e invita il turista a una fruizione più naturale dell’ambiente, oltre che alla conoscenza delle tradizioni e memorie dei luoghi».
Nel Canal di Gorto, operano anche altre Proprietà collettive autonomamente gestite dalle rispettive Comunità, ovvero le Amministrazioni frazionali di Givigliana e Tors, Ovasta, Pesariis, Tualiis e Noiaretto e le Comunioni familiari di Collina, Liariis e Tualiis e Noiaretto; ma soltanto Clavais, finora, ha dato piena attuazione alle nuove “Norme in materia di domini collettivi”.
A frutto il riconoscimento e i principi costituzionali della Legge 168/2017
Tale coraggiosa decisione viene evidenziata anche dal “Dossier” delle “Bandiere verdi” che, da un lato, sottolinea come la «entrata in vigore della Legge statale 168 del 2017 ha completamente rivoluzionato la normativa del settore, promuovendo la tutela e la valorizzazione dei Beni collettivi in quanto strumenti primari per la conservazione, valorizzazione e salvaguardia del patrimonio» e «fonte di risorse rinnovabili da utilizzare a beneficio delle collettività locali che li gestiscono in conformità dei rispettivi statuti e consuetudini» e, dall’altro, auspica «che il Comune di Ovaro… riconosca e potenzi i Domini collettivi con beneficio economico, occupazionale e culturale delle Comunità stesse e una prospettiva concreta di turismo sostenibile».
La nuova Legge sui Beni collettivi, in effetti, supera definitivamente le finalità liquidatorie proprie della precedente legislazione fascista (Legge 1766/1927), sancendo un riconoscimento pieno e “costituzionale” della Proprietà collettiva e affermando l’interesse generale della Repubblica affinché i Domini collettivi possano liberamente esercitare le proprie specifiche funzioni economiche, sociali e ambientali.
A questo riguardo, le “Norme in materia di domini collettivi” chiariscono, una volta per tutte, quali siano i principi che devono connotare i rapporti fra Comunità proprietarie di Beni collettivi, i loro propri “Enti esponenziali” e le Amministrazioni comunali.
Chiarito con i Comuni il nodo delle gestioni che ora va attuato
Innanzitutto, stabiliscono che i Domini collettivi, in quanto «ordinamento giuridico primario delle comunità originarie», sono dotati tanto di «capacità di autonormazione, sia per l’amministrazione soggettiva e oggettiva, sia per l’amministrazione vincolata e discrezionale» quanto di «capacità di gestione del patrimonio naturale, economico e culturale, che fa capo alla base territoriale della proprietà collettiva». In secondo luogo, la Legge 168 chiarisce che gli “Enti esponenziali” dei Domini collettivi hanno, “ex lege”, «personalità giuridica di diritto privato ed autonomia statutaria». Alla luce di ciò, tramite l’articolo 1 comma 4, si stabilisce che la modalità “ordinaria” di amministrazione e gestione dei Patrimoni collettivi e dei Diritti di uso civico delle Comunità titolari debba essere quella esercitata dai Domini collettivi, in qualità di associazioni di diritto privato con piena autonomia statutaria.
Laddove i Comuni ancora amministrino Proprietà collettive delle rispettive Comunità (come purtroppo ancora avviene nella maggioranza dei casi in Friuli), si tratta di una modalità di gestione “residuale”, da esercitare tassativamente «con amministrazione e bilancio separati e con rispetto del vincolo a non usare i beni civici in modo difforme dalla loro destinazione» agro-silvo-pastorale e ambientale (come ha precisato l’Ordinanza 27 aprile 2021, n. 10837 della Prima sezione Civile della Corte di Cassazione).
Tali precise indicazioni, tuttavia, vuoi per il disinteresse e la pigrizia delle Comunità vuoi per l’ostruzionismo e l’arretratezza di molte Amministrazioni comunali, restano troppo spesso lettera morta, nella complice indifferenza della politica e della burocrazia della Regione Friuli-Venezia Giulia e perfino del Commissario regionale agli usi civici.
Nelle foto i rappresentanti della Comunità di Clavais, Mattia Primus, Francesco Marin, Emil Not e Nicola Puschiasis, al “Summit delle Bandiere verdi di Legambiente”, celebrato il 3 maggio in Piemonte e frazionisti di Clavais al lavoro nei Boschi collettivi
Attivista dell’Alleanza friulana Domini collettivi, Luca Nazzi cura la newsletter «Gnovis/Novice/Nachrichten/News La Vicìnia» (vicinia.friuli@gmail.com), che si occupa di Domini collettivi in Friuli, in Italia e nel mondo.
- Luca Nazzihttps://ilpassogiusto.eu/author/lnazzi/
