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Numero 42 | 26 settembre 2025

Sade Tagliamento.
La condotta è prevista a valle del ponte autostradale

Realizzare la condotta SADE – Ledra è mancare il bersaglio


Dal punto di vista tecnico, decidere sull’uso della risorsa acqua su aree vaste diventa necessariamente un percorso di adattamento alla crisi climatica. L’intensificazione del ciclo idrologico è una risposta dei sistemi complessi e caotici, come il sistema climatico, al crescente surplus di energia presente in atmosfera. Questi percorsi di adattamento si avvalgono di “tanta scienza”, approcci innovativi, scenari e alternative strategiche, compresa l’opzione zero.

Il Consorzio di Bonifica della Bassa Friulana aveva le competenze tecniche per gestire questo processo. Tuttavia ha optato per una gestione tradizionale, riesumando un vecchio progetto e cercando di accontentare una pluralità di portatori di interesse, per renderlo così accettabile al territorio.

Legambiente ha interloquito con il consorzio su diversi temi, condividendone alcuni (come la sperimentazione per il ravvenamento delle falde) e rimanendo contraria su altri, in particolare al canale di derivazione Sade. Qui riportiamo le nostre considerazioni già espresse in diverse sedi.

In un recente articolo pubblicato sul Messaggero Veneto, il direttore del Consorzio di Bonifica Pianura Friulana ha illustrato i benefici derivanti dalla costruzione di una condotta di collegamento tra il “Canale SADE” e il sistema derivatorio Ledra-Tagliamento, finalizzata al recupero parziale delle portate di scarico della centrale di Somplago. L’obiettivo dichiarato è quello di creare vantaggi per tutti, senza eccezioni. Non è previsto un aumento delle portate di concessione, almeno per il momento; anzi, si prospetta addirittura una riduzione durante i periodi di crisi idrica. 

Dal punto di vista ambientale, il prelievo non peggiorerà le oscillazioni del livello del lago di Cavazzo, mentre i rilasci a valle della presa di Ospedaletto saranno incrementati. Inoltre, il torrente Leale, che restituisce le acque dell’alto bacino, manterrà sempre una portata minima di 5 m³/s e si evitano interferenze negative con il sistema delle falde. È altresì garantita una riserva d’acqua per usi idropotabili nella località di Molin del Bosso, e la produzione idroelettrica beneficerà di questo intervento.

La quadratura del cerchio?

Tutto risolto, dunque? Non proprio. 

Per chiarezza, analizziamo alcune questioni chiave: 

  1. Ci sarà una sottrazione d’acqua dal Tagliamento a causa della condotta? 

La risposta è sì. Durante le estati più siccitose, per garantire la portata concessa alla presa di Ospedaletto, il gestore della centrale è obbligato a rilasciare nel torrente Ambiesta (che si immette nel Tagliamento a Cavazzo) una quantità considerevole di acqua: il 40% di questa si infiltra nel subalveo, mentre il restante 60% viene derivato. Con il prelievo dal Canale SADE, questa infiltrazione verrà meno: nel 2022, un’estate particolarmente siccitosa, questa perdita è stata stimata in 15-17 milioni di m³. Questo rappresenta un problema, considerando che le falde costituiscono una riserva strategica d’acqua e il loro livello è in costante calo.  

  1. Il sistema attuale è resiliente?

Sì, lo è. Durante l’estate 2022, una delle più siccitose degli ultimi decenni, con temperature che a Gemona hanno superato i 30°C per 56 giorni e con soli 264 mm di precipitazioni, al nodo idraulico di Andreuzza (Buia) è transitata una portata pari all’82% della concessione massima (25,5 m³/s). Solo alcuni canali secondari sono rimasti in secca.  

  1. Possiamo quindi sentirci tranquilli? 

No, purtroppo. La crisi climatica, secondo le attuali previsioni, accentuerà sia i periodi siccitosi che gli eventi alluvionali, soprattutto nei bacini minori, insieme alla progressiva riduzione delle nevicate in montagna e all’aumento dell’evapotraspirazione. Alcuni interventi sono già stati avviati dal Consorzio, come l’ammodernamento delle reti irrigue e dei canali di adduzione grazie ai fondi PNRR, con l’obiettivo di ridurre le perdite stimate al 20%. Altri provvedimenti includono la rimodulazione delle tariffe in base ai consumi, per incentivare tecniche di irrigazione più efficienti, il ravvenamento delle falde previa sperimentazione, e un progetto di riutilizzo dei reflui depurati e affinati per scopi agricoli.

Altri punti di vista e strumenti diversi

Oltre agli interventi soprarichiamati, è importante considerare ulteriori possibilità d’azione per la mitigazione degli impatti del riscaldamento globale:

– Il ruolo del Programma di Sviluppo Rurale (PSR) per l’ammodernamento delle tecniche irrigue.  

– Le opportunità offerte dal Regolamento sul Ripristino della Natura per migliorare la biodiversità, essenziale per la fertilità dei suoli.  

– Il potenziale dell’agrivoltaico nella produzione di cibo ed energia rinnovabile, con un duplice beneficio: sostegno economico alle imprese agricole e riduzione dell’evapotraspirazione grazie all’ombreggiamento.  

Dall’analisi emergono due principi fondamentali che sarebbe bene implementassero la progettualità:

– rispettare il “senso del limite” (evitando ulteriori prelievi dal Tagliamento) anche per incentivare l’innovazione in un sistema socio-ambientale complesso;

– privilegiare azioni coordinate e non invasive, anziché grandi opere dall’impatto significativo sugli ecosistemi fluviali e dai costi elevati per i contribuenti.

Sandro Cargnelutti
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Presidente regionale di Legambiente FVG

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