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Numero 42 | 26 settembre 2025

Pace: non basta celebrarla, occorre costruirla

Pace: non basta celebrarla, occorre costruirla


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Si affollano, in queste settimane, gli appuntamenti – anche istituzionali – che mettono al centro il tema della pace.

Il tutto mentre il mondo sembra avviato – come ha ben sostenuto il Presidente della Repubblica Mattarella nel corso della sua recente visita in Slovenia  – “su un crinale in cui, anche senza volerlo, si può scivolare in un baratro di violenza incontrollata”. Il monito di Mattarella si riallaccia esplicitamente allo scoppio della prima guerra mondiale che proprio su queste terre, in Friuli Venezia Giulia e Slovenia, vide uno dei suoi più terribili e insanguinati campi di morte.

Il 21 settembre è stata celebrata la Giornata Mondiale della pace istituita dall’ONU il 30 novembre 1981 con la risoluzione 36/67 dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite .

Il 4 ottobre celebreremo in Italia la festa civile di san Francesco e Santa Chiara che la legge 24 del 2005 dichiara essere «giornata della pace, della fraternità e del dialogo tra appartenenti a culture e religioni diverse» chiedendo che sia celebrata con “l’organizzazione di cerimonie, iniziative, incontri, in particolare nelle scuole di ogni ordine e grado, dedicati ai valori universali indicati al primo comma di cui i Santi Patroni speciali d’Italia sono espressione».

È poi di soli due anni fa la pubblicazione, da parte dell’Unesco, della nuova  Raccomandazione sull’educazione alla pace e ai diritti umani, alla comprensione internazionale, alla cooperazione, alle libertà fondamentali, alla cittadinanza globale e allo sviluppo sostenibile  che aggiorna la precedente Raccomandazione del 1974 sull’educazione alla pace

Come dire pace in tempo di guerra?

Ma come si fa a dire pace, a insegnare e ad apprendere pace in tempo di guerra?

È questa la sfida che il mondo dell’educazione ma anche la società civile, la cultura, la stessa politica devono affrontare con urgenza.

La dichiarazione Unesco costituisce una valida guida all’azione educativa, civile, culturale e politica. La Raccomandazione, organizzata attorno a 14 principi guida, affronta infatti tutte le dimensioni dell’educazione alla pace, collegando i diritti umani alle tecnologie digitali, il cambiamento climatico alla parità di genere, la salute e il benessere alla diversità culturale, fino al dialogo interreligioso e interculturale. Il raggiungimento e il mantenimento della pace, afferma, sono un processo attivo che dipende dalle azioni quotidiane di ciascuno. Sul piano culturale e didattico, riconosce che il mondo di oggi – complesso, interdipendente, interconnesso – richiede un’istruzione multidisciplinare e olistica, capace di promuovere lo sviluppo pieno delle persone e delle società.

UNESCO: i 14 principi guida per l’educazione alla pace

Scrive la raccomandazione che le politiche, i programmi e le attività educative dovrebbero essere trasformativi e di elevata qualità. Ciò implica l’integrazione dei 14 principi guida in ogni dimensione dell’istruzione (formale, non formale o informale), ossia nelle leggi, nelle politiche e nelle strategie educative, nei programmi di studio e nella pedagogia, nella formazione degli insegnanti, nella valutazione, nei materiali didattici e di apprendimento e negli ambienti educativi.  Ecco qui di seguito l’elenco dei 14 principi guida dell’educazione alla pace:

  1. Basata sui diritti umani
  2. Duratura, continuativa e trasformativa
  3. Accessibile e di buona qualità
  4. Utile alla co-creazione (l’istruzione come bene pubblico e di conoscenza comune)
  5. A sostegno della libertà di pensiero, di credo, di religione e di espressione e contro ogni forma di odio
  6. Non discriminatoria
  7. Inclusiva, in particolare attraverso un uso etico e responsabile delle tecnologie
  8. Orientata a un’etica della cura, della compassione e della solidarietà
  9. Improntata su una prospettiva internazionale e globale, a riprova delle connessioni tra il locale e il globale
  10. Favorevole all’uguaglianza di genere
  11. Equa, inclusiva e rispettosa della diversità
  12. Funzionale al dialogo tra culture e generazioni
  13. Proficua per la salute, la sicurezza e il benessere di studenti, insegnanti e personale educativo
  14. Improntata su un’etica di cittadinanza globale e di responsabilità condivisa per la pace, i diritti umani e lo sviluppo sostenibile a beneficio di tutti

Verso la PerugiAssisi: artigiani e architetti di pace

Il 12 ottobre si terrà la marcia per la pace e la fraternità PerugiAssisi e sono tantissime le scuole, le parrocchie, le famiglie, le associazioni e le espressioni della società civile e politica che si daranno appuntamento e si incontreranno lungo i 24 chilometri che da Perugia portano ad Assisi provando ad immaginare un mondo diverso. Un mondo di pace e giustizia, di diritti per tutti.

È responsabilità di ognuno di noi essere, come chiedeva papa Francesco, artigiani e architetti di pace. Artigiani di pace, con le proprie scelte individuali, il proprio impegno personale in relazioni di pace e di giustizia. Architetti, con le scelte politiche, amministrative, gestionali, economiche che le istituzioni, e gli uomini e le donne delle istituzioni, sono chiamate a fare per realizzare un mondo di pace. Si tratta di due percorsi diversi e complementari di essere costruttori di pace.

Mentre il mondo brucia sull’altare dell’odio, della violenza, della morte siamo chiamati a dar spazio nelle nostre vite e nelle nostre società e istituzioni alla via della pace.

Disarmata e disarmante, come ha detto papa Leone XIV.

Aluisi Tosolini
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Filosofo dell’educazione. Coordinatore scientifico di Casco Learning e coordinatore nazionale della Rete delle scuole di Pace. Per 20 anni dirigente scolastico, è tra i fondatori del Movimento Avanguardie Educative. Ha insegnato didattica alle Università di Parma e Cattolica di Piacenza. Il suo ultimo volume si intitola “Scuola bene comune. Idee per ripensare l’educazione” (Emi 2023).

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