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Numero 30 | 14 Marzo 2025

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Oltre il poligono militare di Cao Malnisio i primi passi di un progetto di futuro


Dall’immediato dopoguerra, alle pendici di Pala d’Altei e Pala Fontana, sul territorio a confine tra i comuni di Aviano e Montereale Valcellina, a poche decine di metri dai centri abitati di Giais e Malnisio si è insediato il poligono militare di Cao Malnisio: una presenza inquadrata nella controversa strategia di militarizzazione del Friuli Venezia Giulia attuata dalle forze armate in funzione della logica della “guerra fredda”.

Dopo settant’anni di esercitazioni il grado d’inquinamento del suolo, la devastazione ambientale, il disagio sociale e l’impedimento alla libera fruizione del territorio sono diventati intollerabili.

Da alcuni anni il Circolo Legambiente Prealpi Carniche e il Comitato PoligoNO Cao Malnisio sono impegnati in attività di sensibilizzazione e di protesta con assemblee, petizioni, ecc… per chiedere la chiusura, la bonifica e la conversione dell’area ad un uso diverso da quello militare.

Un’area da lungo tempo inquinata a ridosso delle comunità

Il poligono attualmente viene usato 192 giorni all’anno, con priorità dall’Esercito Italiano ma anche dagli eserciti alleati e in particolare da quello americano. La campana di tiro (vedi immagine) si sviluppa dalla strada provinciale fino alle sommità delle montagne prospicienti, impedendo di fatto l’accesso alla sentieristica CAI, alle casere e alle cime.

Nell’area del poligono è accertata, per ora con analisi svolte da noi direttamente, la presenza di piombo e altri metalli pesanti in quantità molto al di sopra dei limiti consentiti.

Dopo ripetute segnalazioni e denunce alla Procura ed agli enti che hanno responsabilità di controllo e verifica (Comuni, ISPRA, ARPA, NOE, ecc…) finalmente pochi mesi fa è stata incaricata una ditta specializzata per le analisi del terreno, il poligono è stato parzialmente chiuso e recintato e siamo in attesa dei risultati (ammesso e sperando che siano accessibili).

Certamente non accetteremo passivamente l’evolversi della situazione ma consci della gravità del grado d’inquinamento di quell’area seguiremo tutto con la massima attenzione.

Costruire insieme un’alternativa

Nel frattempo abbiamo proposto alle amministrazioni locali, alle associazioni del territorio, alle realtà economiche e a tutti i cittadini un percorso partecipato finalizzato alla tutela e valorizzazione dell’intero ambito montano tra i Comuni di Montereale e Aviano che comprenda l’area del poligono di tiro.

Tale iniziativa fa riferimento ad una norma specifica del Disciplinare d’Uso del Poligono che prevede la possibilità che venga dismesso qualora sia incompatibile con “programmi di valorizzazione della zona”.

L’obiettivo che ci proponiamo con questo percorso partecipato è quello di tutelare e valorizzare l’intero ambito montano che comprende anche il poligono e che si estende dalla Forcella di Giais alla Pala d’Altei e alla Riserva naturale della Forra del Cellina costruendo un progetto che riprenda le peculiarità ambientali, storiche e sociali di questi territori.

Il progetto verrà redatto mediante un percorso partecipato che dovrebbe coinvolgere tutti i soggetti interessati, dalle realtà istituzionali, economiche, associative e ai singoli cittadini.

Nella prima fase dovrà essere individuata l’area che si vuole tutelare e valorizzare.

Come primo approccio si propone il territorio che si estende dalla Riserva Naturale della Forra del Cellina a Forcella Giais e alle malghe del Piancavallo, un territorio estremamente ricco e integro dal punto di vista naturalistico caratterizzata da prati e radure d’alta quota, ma il perimetro potrà essere variato in base a quanto emergerà dal percorso partecipato.

Un vero e proprio corridoio ecologico

Assume un significato molto importante anche l’area non urbanizzata tra Malnisio e Giais, attualmente occupata dal poligono militare che, oltre ad essere molto interessante per la presenza dei prati stabili, può svolgere la funzione di “corridoio ecologico” collegando l’ambito montano con l’ambito collinare e, attraverso la pianura e le aree limitrofe all’ex canale, alle aree protette dei magredi del Cellina.

All’interno di questa area si trova un geosito molto interessante “Carsismo del monte Cjastelat e Pala Fontana” e inoltre si potrebbe ipotizzare anche un nuovo geosito di interesse regionale rappresentato dal “Conoide di deiezione del Pralunc

Sarà molto importante la fase di analisi per conoscere e capire le peculiarità dell’area interessata dal progetto sia dal punto di vista naturalistico che socio-economico.

Condividendo le conoscenze e con l’aiuto di esperti raccoglieremo una serie di dati riguardanti l’habitat, la storia socio-economica, il sistema del pascolo e delle casere, la fienagione, la raccolta delle piante, l’insieme delle attività originali sviluppate dalle comunità locali in questo territorio.

Il progetto va naturalmente costruito assieme individuando gli obiettivi generali e le azioni che s’intendono intraprendere.

A titolo d’esempio si indicano:

  • Tutela degli ambiti con la salvaguardia delle aree prative (soprattutto le radure di alta quota);
  • Cura e valorizzazione della rete sentieristica e delle strutture esistenti (Casere), e per questo si cercherà di coinvolgere l’Università di Trieste, creare percorsi sugli endemismi botanici, sull’esempio “Sentiero delle Genziane” come università a cielo aperto, accessibile a tutti  e frequentabile da studenti e ricercatori a scopo di studio;
  • Risanamento delle matrici ambientali, magari in collaborazione con l’Università di Udine – Dipartimento di ingegneria e architettura, gruppo di ricerca inquinamento e depurazione dell’ambiente;

Sarà indispensabile la bonifica dell’area del poligono di tiro e la rimozione delle recinzioni per facilitarne la funzione e la fruizione del “corridoio ecologico;

  • Valutazione delle strade di accesso a monte (miglioramento e definizione delle quote massime) per tutelare flora e fauna;
  • Promozione a valle di attività ricettive per il turismo lento (piedi e bicicletta), la fruizione della comunità e l’interconnessione con altre realtà che promuovono il territorio (Castelli, ex centrali idroelettriche e percorso dell’acqua, i magredi, ecc…);

E’ un progetto ambizioso su cui, in occasione della prima assemblea informativa, abbiamo raccolto l’importante adesione delle due amministrazioni comunali di Aviano e Montereale. Siamo consapevoli che non sarà facile ma anche che è una importante opportunità per restituire valorizzato il territorio alla popolazione. 

Una volta ultimato dovrà necessariamente essere sottoposto a valutazione della Regione e del COMIPAR (Comitato Misto Paritetico per le Servitù Militari) e quindi ci sarà bisogno del più ampio dibattito e sostegno politico.

Mario De Biasio
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Attivista del Circolo Legambiente Prealpi Carniche

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