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Numero 30 | 14 Marzo 2025

Nihaya

Un messaggio da Jenin


La rete di Altromercato e delle Botteghe del Mondo sta facendo circolare una richiesta di aiuto e solidarietà che arriva da Jenin e dalla Cisgiordania, devastate ancora in questi giorni dal “diritto alla difesa” dell’esercito israeliano, redatto dalle produttrici di AOWA (https://www.altromercato.it/aowa/)  in Cisgiordania.

AOWA è una delle associazioni di produttori del commercio equo e solidale, che nei mesi scorsi si è adoperata per il sostentamento dei profughi di Gaza ed ora si sta trovando in contesti simili.

Altromercato dichiara di continuare a sostenere i produttori della Palestina e la popolazione di Gaza, e che è ancora attiva la raccolta fondi avviata nei mesi precedenti insieme a Equo Garantito e Associazione delle lavoratrici e lavoratori di Altromercato:
https://www.altromercato.it/raccolta-fondi-palestina-parc-equo-garantito-associazione-lavoratori-fondazione-altromercato/

In un momento in cui noi, come Associazione per l’Azione delle Donne AWOA (), e tutte le madri palestinesi nelle città e nei campi profughi, ci preparavamo con speranza ad accogliere il nuovo anno scolastico,  ottimiste sul fatto che sarebbe stato un anno migliore e più sicuro rispetto all’anno scolastico precedente, il 28 agosto 2024, le forze di occupazione israeliane hanno preso d’assalto diversi campi profughi palestinesi in Cisgiordania a Tulkarem, Hebron, Gerico e Jenin, dove le forze d’occupazione israeliane hanno iniziato a terrorizzare i residenti, dal cielo con gli aerei militari e sul terreno, entrando con carri armati e  bulldozer, sparando colpi di artiglieria pesante , demolendo le infrastrutture, distruggendo  le reti idriche, elettriche, fognarie e di comunicazione, come accaduto nel campo di Jenin.

Nello specifico, i residenti nel campo profughi di Jenin sono stati costretti dall’esercito di occupazione ad evacuare le loro case nella zona orientale e nel quartiere di Jabriyat. Di seguito, l’esercito di occupazione israeliano ha assaltato e sequestrato le case degli sfollati e schierato cecchini sui loro tetti.

Oltre ad aver preso di mira le case con missili, hanno provocato incendi e terrorizzato donne e bambini, allontanandoli e provocando numerosi feriti. 

Tutto ciò si aggiunge al fatto che l’esercito di occupazione israeliano ha circondato l’ospedale governativo della città, il cui assedio continua ancora oggi, in quanto il lavoro dei paramedici è ostacolato dalle forze armate dell’occupazione che impediscono il passaggio delle ambulanze.

Ciò fa sì che i pazienti interrompano le cure, in particolare i pazienti affetti da malattie renali, poiché il reparto dei reni dell’ospedale di Jenin si è fermato. Gli equipaggi della Mezzaluna Rossa sono stati costretti ad andare in altre città in cui è stato impedito di raggiungere il luogo in cui giacevano i martiri. La distruzione della rete idrica ha ridotto la fornitura di acqua ai cittadini e agli ospedali. 

Anche il mercato centrale di frutta e verdura è stato distrutto, e nulla è stato risparmiato dall’aggressione, poiché i soldati hanno bruciato il mercato e tutto ciò che conteneva.

La nostra collega Tahani, che vive nel campo profughi di Jenin, dice: “Viviamo in una zona di guerra : hanno distrutto tutto intorno a noi. Oh Dio, speriamo che non ci facciano uscire dalle nostre case”. Esprime il suo stato di paura visto che suo figlio è stato ferito durante la precedente invasione del luglio 2023, e  sta ancora ricevendo cure fino . Inoltre, casa sua accoglie un numero di nipoti che non superano i 5 anni.   Abbiamo appreso in seguito che i soldati hanno costretto Tahani e la sua famiglia a lasciare il campo profughi di Jenin per recarsi in un villaggio chiamato Fahma.

La nostra collega Maysoon ha espresso lo stato di terrore e di ansia che prova dopo aver sentito il rumore delle esplosioni. Suo figlio è stato ferito l’anno scorso e le sue condizioni sono ancora critiche. Ha detto: “Temo che verranno a casa per colpirlo sul punto della ferita. Sicuramente morirà dal dolore”.

La nostra collega Nihaya invece che ha perso suo figlio nella precedente invasione del luglio 2023, ha detto: “Non ho ancora fatto i conti con l’idea della morte di mio figlio e non posso sopportare la perdita di un altro, o Signore, abbi pietà.”

I tre casi si riferiscono alla situazione della maggioranza delle donne nei campi profughi presi di mira dai dell’esercito di occupazione israeliano.

La distruzione di case, privazione di servizi, elettricità, acqua, comunicazioni, mira a costringere le persone a lasciare le proprie case. Va sottolineato che la maggior parte delle famiglie, sia nelle città che nei campi profughi, soffrono di una situazione economica debole, con un alto tasso di disoccupazione a causa dell’interruzione del lavoro a causa dell’occupazione, una colonizzazione spietata con confisca terre e nega l’ accesso alle risorse da parte dei cittadini, ed anche i dipendenti dell’autorità nazionale palestinese ricevono soltanto la metà del loro stipendio da mesi.

Di seguito una semplice sintesi dei bisogni delle donne nell’attuale situazione di emergenza:

-Continuare il programma di sostegno psicologico e sociale per mamme e bambini

-Gli aiuti di emergenza comprendono i beni di prima necessità: latte in polvere, pannolini per bambini, assorbenti per donne, medicinali e generi alimentari.

-Sostegno economico di emergenza (una somma di denaro che aiuta a sostenere la vita).

 

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