
Tagliamento: per la rinaturalizzazione del corso montano
Anche il Tagliamento est omnis divisa in partes tres e se di questi tempi si parla soprattutto del medio e del basso corso, esiste anche l’alto corso del fiume dove è assai più difficile immaginarsi che il nostro grande fiume sia “l’ultimo fiume naturale d’Europa” oppure il “re dei fiumi alpini”.
Ce lo ricorda una mostra fotografica che Franceschino Barazzutti ha inviato anche a noi, e che ringraziamo, che ha più di un pregio, non essendo solo una documentazione riassuntiva ma puntuale dei progetti ancora in itinere di prelievi di acque e dei tortuosi e dilazionatori comportamenti al riguardo della politica regionale.
Questa mostra ha anche una importante dimensione diacronica, attraversa il tempo e le generazioni, ricorda e dimostra ancora a noi come le ricchezze e le caratteristiche di un ambiente possano determinare economie locali, occasioni comunitarie, sentimenti di appartenenza.
Il gran dibattere – e così finalmente anche una occasione di confronto e contrapposizione aperto e democratico – attorno al futuro del Tagliamento non può dimenticare l’attuale realtà dell’alto corso, rivalutare l’impatto delle grandi opere progettate ed eseguite in altri periodi economici e sociali, chiedersi dove debba risiedere il potere e la responsabilità di decidere sulle acque e sulle energie locali, e allora porsi il problema di come attuare anche verso l’insieme delle acque montane le nuove politiche comunitarie di rinaturalizzazione dei territori e dei fiumi.
