Ovovia: il punto nave dopo tre anni di opposizione a un’opera inutile, impattante e insostenibile
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Il prossimo dicembre saranno tre anni esatti dalla presentazione in pubblico, da parte del Comune di Trieste, del progetto di cabinovia metropolitana. Tre anni contrassegnati da un costante monitoraggio da parte del Comitato NO ovovia di tutte le azioni e documenti prodotti dalle Amministrazioni Comunale e Regionale, intervenendo con dossier tecnici, conferenze stampa, eventi e manifestazioni. Tutta questa mole di lavoro è stata possibile grazie al coinvolgimento fin dal primo istante della città e dei cittadini che hanno risposto con entusiasmo, contribuendo ad alimentare l’impegno del Comitato con donazioni finanziarie, contributi di idee, partecipazione.
Al fine di esaminare la complessità tecnica del progetto e tutti i documenti che lo compongono, predisposti per le varie fasi di progetto, si è ricorsi alla costituzione di un Comitato Scientifico, composto da qualificati professionisti nelle diverse materie che interfacciano con la particolarità del progetto. Si è trattato, infatti, di analizzare la Variante urbanistica per inserire l’opera nel Piano regolatore, il progetto di Fattibilità Tecnica ed Economica, così come richiesto dalle nuove disposizioni di legge per il PNRR e dal Codice degli Appalti, nonché le procedure insite nella Valutazione Ambientale e Strategica e della Valutazione d’incidenza. Ciò ha consentito di intervenire puntualmente in ogni fase procedimentale analizzando tutti i documenti prodotti dalle Istituzioni anche quelli Ministeriali, evidenziando limiti, errori, e dimostrando l’inutilità, l’insostenibilità, l’insicurezza, l’illegittimità e l’impatto dell’opera. Nessuno dei contenuti nei documenti prodotti è mai stato smentito e contestato da prese di posizione ufficiali da parte di chi è responsabile, per la parte pubblica, dei procedimenti in corso, e altresì questo apporto di critica costante ha fatto sì che in alcuni casi alcune tesi e dati a supporto del progetto venissero sostanzialmente modificate.
Critiche ed osservazioni prodotte da un comitato scientifico non da “ambientalisti da salotto”
In contemporanea con questo costante monitoraggio, sono stati avviati dei ricorsi al Tribunale Amministrativo Regionale da parte di alcuni residenti, le cui proprietà sono interessate da espropri e servitù per la realizzazione dell’infrastruttura e dalle Associazioni ambientaliste WWF, Legambiente e LIPU, tramite i loro Presidenti nazionali. Entrambi i ricorsi sono stati sostenuti finanziariamente dal Comitato con i fondi derivanti dalle donazioni dei cittadini. Un primo pronunciamento da parte del TAR c’è già stato, rilevando che la Regione non ha ottemperato ai disposti di legge sulla Valutazione d’Incidenza nella deliberazione con cui approvava il III livello della stessa per permettere al Comune di bypassare l’incidenza negativa dell’opera sul territorio, insita nella Valutazione di incidenza Ambientale di II livello, non rispettando così il principio comunitario di non arrecare danno all’ambiente (DNSH). Ciò ha costretto la Giunta Regionale a ri-deliberare sulla Valutazione di Incidenza di III livello. Siccome è stata riproposta una deliberazione che non si discosta rispetto alla precedente, giocoforza il Comitato, insieme ai soggetti che avevano presentato i primi ricorsi, ha impugnato anche questo nuovo provvedimento. Oggetto pure dell’impugnazione, sono stati gli atti predisposti dal Comune per rispondere alle osservazioni fatte dal Ministero dell’Ambiente e il provvedimento che il medesimo ha fatto pervenire alla Regione sulla scheda tecnica predisposta per gli uffici di Bruxelles, nella quale si dà conto delle risultanze ambientali del progetto Cabinovia.
Le Associazioni ambientaliste, su suggerimento del Comitato, hanno anche formulato un’interpello ai tre Ministeri (Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Ministero delle Finanze, coinvolti per la realizzazione dell’opera e nella gestione delle risorse disponibili per l’attuazione del PNRR). Il quesito riguardava come si debba interpretare una circolare della Commissione Europea che non consente l’utilizzo dei finanziamenti del Piano di Resilienza per progetti che abbiano ottenuto una Vinca di II livello negativo. Ebbene, il pronunciamento unanime delle Unità di Missione del PNRR dei tre Ministeri ha confermato l’impossibilità di ammettere a finanziamento la Cabinovia, riconoscendo così le ragioni della nostra richiesta. Il Comune di Trieste ha così perso quasi 50 milioni di euro di fondi comunitari, che avrebbero potuto essere utilissimi per produrre un autentico cambio nella mobilità della città.
Sulla base di questi ultimi avvenimenti e considerata la necessità di far sentire ancora una volta alle Amministrazioni Comunale e Regionale la volontà della cittadinanza, è stata organizzata una manifestazione il giorno 25 ottobre, alla quale hanno aderito migliaia di cittadini. Un risultato eccezionale per la città di Trieste, che ha visto una partecipazione straordinaria di 8-10.000 persone. Un coro di voci unite dal dissenso per l’operato degli Amministratori che si ostinano a perseguire un’idea di mobilità anacronistica e surreale, intestardendosi su un’opera che non rispetta i principi fondamentali per la salvaguardia dell’ambiente, devastando un’area di Natura 2000.
Il voto non è una delega senza limiti
Il Sindaco, persi i finanziamenti del PNRR, afferma pubblicamente che l’opera verrà portata comunque avanti con altre risorse, la cui disponibilità sarebbe stata assicurata dal MIT. Su questa affermazione, che al momento non trova alcun riscontro formale, va rilevato che comunque sull’opera permangono non solo i vincoli ambientali che tutelano le zone di Natura 2000, ma pure che si è in attesa del pronunciamento del TAR sui nuovi ricorsi presentati. Dopo una tale dimostrazione pubblica della contrarietà della cittadinanza, che un Sindaco si intestardisca a non voler cambiare direzione è decisamente irragionevole.
Il Comitato continuerà a intervenire ogni qualvolta vi siano elementi che richiedono una presa di posizione netta e argomentata per ribadire il suo NO al progetto della Cabinovia, forte del sostegno della cittadinanza che lo supporta partecipando agli eventi che il medesimo organizza e pure prendendo pubblica posizione sulla stampa locale.
Siamo pienamente consapevoli che la mobilitazione contro questa insensata opera oramai ha assunto un significato che travalica la contestazione degli obiettivi della stessa ma riguarda invece il concetto di esercizio delle pratiche democratiche nell’amministrare un territorio. Il rispetto dei fondamenti che devono caratterizzare una gestione aperta del bene comune e dell’interesse collettivo passano attraverso l’ascolto, la partecipazione e la trasparenza coinvolgendo i cittadini su scelte che vanno a impattare pesantemente sul territorio. Il consenso è un processo che non può prescindere da quanto prima richiamato e coloro che sono chiamati ad amministrare devono ricordarlo ed esercitarlo in modo inequivocabile. Il deterioramento del rapporto tra le persone elette e gli elettori si manifesta ormai da anni attraverso la consistente percentuale di cittadini che non vanno più a votare, svuotando così di senso uno strumento democratico. Il proliferare di Comitati a livello cittadino che invocano ascolto, partecipazione, trasparenza sulle scelte operate del Comune, è pure un indicatore di come stanno andando le cose nel nostro territorio, un malessere ormai palpabile a tutti i livelli istituzionali.
Bisogna partire da questa realtà per capire che è venuto il momento di invertire rotta nel rapporto tra cittadinanza e istituzioni. Tutto ciò che possa contribuire a concretizzare questa inversione sarà sostenuto dal nostro Comitato, che nel suo procedere non perde di vista gli obiettivi di carattere generale.