La memoria del Padrone
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A Torviscosa il CID (Centro Informazione e Documentazione) viene costruito dalla SNIA tra il 1961 e il 1962. Nelle intenzioni del committente viene pensato come un unicum in cui spazi didattici e spazi espositivi si devono fondere in una struttura dove il contenitore (le strutture architettoniche) e il contenuto (gli arredi e le opere d’arte) sono strettamente e indissolubilmente connessi. Il progetto viene affidato all’architetto milanese Cesare Pea. La grandiosità e la modernità dell’edificio e dell’adiacente torre panoramica devono dare al visitatore delle esplicite garanzie sulla storia, sulle capacità e sulle potenzialità dell’azienda che l’ha commissionato. Le opere d’arte interne ed esterne devono integrarsi al fine di spiegare il passato, il presente e il futuro attraverso un preciso percorso storico, industriale e artistico. Nel piano più alto del seminterrato, Torviscosa viene presentata come la nuova Aquileia e i reperti romani “trovati” lungo la via Annia sono lì a testimoniare questo assunto: la storia e la grandezza di Aquileia, il declino millenario di queste terre, le paludi, la malaria, l’arrivo della SNIA, le bonifiche, la fabbrica, la nuova città fondata. La potenza industriale della società viene esposta nel seminterrato attraverso una lunghissima e impressionante serie di plastici che ancora oggi ben descrivono l’imponenza delle strutture produttive della SNIA Viscosa all’inizio degli anni Sessanta. Al piano terra, invece, la “sala del velario” è utilizzata per esporre i nuovi prodotti industriali. La modernità di un’azienda che ha fatto della ricerca la base dei propri successi è ben rappresentata dalla dinamica “Struttura 708” di Enzo Mari. (*)
Torviscosa un “museo” del 900 senza progetti di gestione
La recente vendita a un soggetto privato di questo gioiello artistico e architettonico è solo l’ultimo episodio di una storia politica e amministrativa quasi costantemente segnata dall’ignoranza, dal servilismo e dal colonialismo culturale, industriale e ambientale. Tra il 2004 e il 2016 le amministrazioni pubbliche hanno investito sul CID 1.700.000 euro. Questo museo doveva servire a far conoscere la storia di Torviscosa e a promuovere il territorio con ampie e positive ricadute sugli operatori locali. Da cinque anni non viene fatta alcuna seria attività culturale e promozionale e da tre anni la struttura è di fatto chiusa. Il museo è oggi abbandonato a sè stesso e viene aperto (raramente) solo su richiesta. I muri del CID e della torre panoramica sono stati venduti dalla SNIA alla Bracco-Spin per 455.000 euro. Gli arredi, i plastici e le opere d’arte del CID sono stati venduti per 25.000 euro. Gli archivi, recuperati in Lombardia a spese del Comune con un lavoro durato anni, sono stati venduti per 30.500 euro. I muri del museo CID potevano essere lasciati alla Bracco-Spin che in questo modo avrebbe dovuto garantire la manutenzione ordinaria e straordinaria dell’edificio. Gli arredi, i plastici e le opere d’arte dovevano essere acquisiti dal Comune e lo stesso vale per gli archivi. Il tutto si sarebbe potuto risolvere con una convenzione che avrebbe garantito alla Bracco-Spin la possibilità di utilizzare la struttura museale per promuovere la propria azienda e al Comune la possibilità di gestire il CID nell’ottica di una costante promozione del territorio.
La storia della comunità venduta e abbandonata
L’8 giugno 2021 il Commissario Straordinario SNIA aveva comunicato all’Amministrazione Fasan – Mosanghini – Turco che il CID e gli archivi sarebbero stati venduti alla Bracco-Spin; nella lettera era espressamente citato il diritto di prelazione. La compravendita è stata poi formalizzata il 21 dicembre dello stesso anno. Nei giorni successivi le varie Soprintendenze hanno informato il Comune e la Regione Friuli-Venezia Giulia sulla possibilità di avvalersi del diritto di prelazione. L’amministrazione Turco – Mosanghini – Bedon non si è avvalsa di tale facoltà e lo stesso ha fatto la Giunta Regionale di Fedriga e della Gibelli. Gli amministratori di Torviscosa non hanno mai spiegato i motivi della loro scelta. L’8 maggio 2020 la segreteria dell’assessore Gibelli aveva preannunciato la posizione della Regione e fatto sapere al comune di Torviscosa che “l’Assessorato alla Cultura e allo Sport non dispone delle risorse necessarie per poter acquistare l’immobile”. Il 16 maggio 2024 l’Assessore Anzil, rispondendo a una interrogazione a risposta scritta dei consiglieri Moretuzzo e Capozzi, ha fornito una risposta diversa: “l’esercizio di prelazione è reso comunque arduo dalle tempistiche ristrette previste per legge, difficilmente compatibili con i meccanismi di stanziamento a bilancio delle somme necessarie”.
Rimane il fatto che a seguito di tale ignavia politico-amministrativa tutto è legalmente passato alla Bracco-Spin. Il Comune di Torviscosa (lo stesso vale anche per la Regione Friuli-Venezia Giulia) potrebbe modificare la situazione avvalendosi della propria posizione politico amministrativa, ma l’attuale Giunta non ha nessun programma culturale e promozionale e quindi nel breve periodo non c’è nessuna possibilità che la situazione cambi in modo sostanziale.
L’aspetto più squallido dell’intera vicenda riguarda la compravendita dell’archivio SNIA. Dopo oltre ottant’anni di storie autarchiche, industriali, agricole, ambientali, politiche, sindacali e sociali raccontate quasi esclusivamente dai “padroni” questo paese non ha ancora la possibilità e il diritto di possedere una propria memoria storico-documentale.
(*) Enzo Mari ( https://it.wikipedia.org/wiki/Enzo_Mari ) realizza per il C.I.D. di Torviscosa tre opere, una di queste è sopravvissuta ed è tuttora esposta. Si intitola “Struttura 708” ed è costituita da piastre di alluminio anodizzato di cm 25 x 25, tenute insieme con cavi d’acciaio. Si tratta di una struttura apparentemente semplice; la complessità di quest’opera si può percepire dall’analisi dei bozzetti e dalle notevoli rielaborazioni subite durante la realizzazione finale.
(*) “Struttura 708”, Enzo Mari