
Insegnare il friulano in contesti eterogenei: sfide e opportunità
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“Nella nostra regione nell’anno scolastico 2023/2024, il friulano è stato scelto da oltre il 79% dei genitori delle scuole dell’infanzia e primarie. La didattica plurilingue assicura molteplici vantaggi cognitivi. L’insegnamento della lingua friulana facilita l’apprendimento di altre lingue come l’inglese, aumenta la capacità di concentrazione e di risoluzione dei problemi, aiuta i bambini ad imparare a leggere prima, ritarda il declino cognitivo” (https://arlef.it/it/progetti/friulano-a-scuola/).
I benefici del plurilinguismo sul funzionamento cognitivo, ben descritti sulla pagina dell’agenzia regionale per la lingua friulana, sono dimostrati da molteplici studi pluridisciplinari. La stessa pagina presenta i dati estrapolati che restituiscono uno spaccato quantitativo della diffusione dell’insegnamento della lingua friulana nelle scuole della regione, un territorio caratterizzato da un’intensa attrattività di flussi migratori. Il saldo migratorio con l’estero, infatti, è fortemente positivo (+6.495 unità) in grado di compensare più che proporzionalmente il calo degli stranieri causato dal consistente flusso di acquisizioni di cittadinanza italiana (-4.471 unità). Questi valori, unitamente alla positività del saldo naturale della popolazione straniera, sembrano mostrare una presenza straniera dotata di una progettualità migratoria relativamente stabile (https://www.istat.it/wp-content/uploads/2024/05/Focus_CENSIMENTO-2022_FVG.pdf).
Uno sguardo più qualitativo sulle presenze nella città di Udine ci viene restituito da Fabiana Fusco (2022), anche a partire dalla frequenza in anagrafe di cognomi come Zhou, Chen, Khan, Gashi (Fusco 2022 P. 7).
Imparare il friulano in un contesto polilinguistico
Che cosa significa in questo contesto insegnare il friulano a studenti che spesso provengono da storie linguistiche, traiettorie personali e migratorie molto diverse tra loro?
Adulti e bambini devono imparare a maneggiare strumenti comunicativi adeguati per poter interagire con la comunità ospitante, essa stessa caratterizzata da un polilinguismo che include anche gli idiomi delle minoranze storiche e i dialetti locali. Nella ricerca Valorizzazione del plurilinguismo. Una ricerca nelle scuole del Friuli Venezia Giulia (Fusco, 2022) gli studenti partecipanti mettono al primo posto tra i “dialetti” dichiarati nel repertorio linguistico familiare il friulano (Fusco, 2022, p. 82). La varietà locale friulana compare con una certa naturalezza nei repertori linguistici familiari anche dei bambini con background migratorio e le docenti coinvolte nella ricerca di Fusco (2022, p. 100) confermano l’interesse delle famiglie anche di origine straniera nell’adesione all’insegnamento del friulano per i propri figli.
D’altra parte, come ben segnala il sito Arlef, imparare il friulano a scuola e coltivare il plurilinguismo sono dispositivi che favoriscono una maggiore consapevolezza delle diverse culture e di altri punti di vista; una maggiore conoscenza e tolleranza per le diversità; una maggiore adattabilità e disponibilità ai cambiamenti; una visione più ampia e nuove prospettive sul mondo. Non si tratta solo di conservare una lingua in senso storico e identitario, quindi, ma piuttosto di coltivare consapevolezza e competenza multilinguistica, come ci invita a fare in molteplici documenti l’Unione Europea (https://european-union.europa.eu/principles-countries-history/languages_it) .
Dobbiamo quindi chiederci, anche in senso politico oltreché educativo e didattico, cosa significano lingua, identità e senso di appartenenza quando si vive in contesti plurilinguistici con forte presenza di flussi migratori eterogenei che spesso si mescolano alle minoranze linguistiche storiche in un territorio regionale caratterizzato dall’essere, per tante e diverse ragioni, una realtà di confine?
Imparare il friulano per attraversare i confini
Certamente il confine, nelle sue implicazioni geografiche, politiche, migratorie, linguistiche e identitarie produce contesti in cui le lingue si trovano in contatto, dando luogo a questioni di identità nazionale, culturale e sociale che attraversano i contesti scolastici, determinando possibilità di confinamento, e sconfinamento, tra i diversi piani che si intrecciano nelle pratiche educative: le discipline e i curricoli, le relazioni, l’organizzazione dei ruoli, dei tempi e degli spazi (Altin, Virgilio, 2016).
Trovare, o costruire, i sentieri che collegano e attraversano i diversi confini, consentirebbe di immaginare possibilità alternative per fare scuola facendo esercizi di cittadinanza, prendendosi cura delle persone, dei luoghi e delle relazioni delle persone nei luoghi. Nelle scuole del Friuli Venezia Giulia, ma anche d’Italia e d’Europa, vediamo all’opera il concetto di superdiversità (Vertovec, Wessendorf, 2005).
Uno degli effetti cruciali della superdiversità è che le lingue, le culture, le biografie, i repertori, le forme di comunicazione e interazione tra gli individui, i gruppi e le comunità non possono essere presupposti. Gli usi linguistici, infatti, non sono più necessariamente legati a gruppi nazionali o etnici o a varietà standard della lingua, ma comprendono, invece, un vasto campo di attori meno prevedibili, di attività e di energie creative e sono il frutto delle combinazioni e dell’intrecciarsi di stabilità e instabilità, fiducia nella tradizione e negli ordini normativi costituiti e produzione di nuove forme emergenti e situate di pratiche linguistico-sociali (Pennycook, 2010; 2012). In generale potremmo descrivere la situazione linguistica della maggior parte dei Paesi del mondo come caratterizzata da una costante che De Mauro (2006) ha denominato “crisi del monolitismo linguistico” e della connessa trinità herderiana, una lingua – una nazione – uno Stato.
Imparare il friulano per una nuova cittadinanza
Per rispondere ai bisogni di persone plurilingui che vivono in società eterogene e complesse, sono necessari nuovi modelli educativi. In particolare, è necessario immaginare un progetto educativo che abbracci tutte le lingue in un unico curricolo, evitando di insegnare le diverse lingue, di maggioranza, di minoranza, nazionali, regionali per compartimenti stagni. Questa visione integrata dell’apprendimento linguistico può essere rafforzata attraverso la valorizzazione degli apprendimenti informali che sono la risultante delle esperienze quotidiane vissute dagli studenti dentro e fuori le aule scolastiche. Idee significative circa l’uso delle lingue emergono, ad esempio, osservando le pratiche giovanili come ascoltare i rapper, incluso Dj Tubet che porta il rap in friulano e non solo nelle scuole attraverso una vera e propria pedagogia hip hop (https://www.djtubet.com/).
Insegnare il friulano in contesti scolastici caratterizzati da alta eterogeneità, allora, può essere uno dei modi per costruire cittadinanze glocali, capaci di costruire sentieri sui confini. La scuola diventa, così, un luogo in cui fare esercizi di mondo. È nella scuola, infatti, che gli studenti possono imparare una concittadinanza ancorata al contesto locale e insieme aperta a un mondo sempre più grande, interdipendente, interconnesso. Nella scuola, infatti, i bambini e i ragazzi si “allenano” a convivere in una pluralità diffusa e nella scuola famiglie e comunità con storie diverse possono imparare a conoscersi, superare le reciproche diffidenze, sentirsi responsabili di un futuro comune.
Coniugare nella scuola la logica dei confini e quella dei sentieri, anche attraverso la costruzione di modi nuovi di immaginare il senso dell’insegnamento del friulano, permette, in tempi incerti, di riflettere lavorando e cercando segni di pace, all’interno di una situazione di guerra non dichiarata e strisciante nei confronti delle differenze. Anche delle differenze linguistiche.
Altin, R., Virgilio, F. (2016), Sconfinamenti Intercultura in area transfrontaliera tra protocolli e pratiche, EUT, Trieste.
De Mauro, T. (2006), Crisi del monolitismo linguistico e lingue meno diffuse. LIDI. Lingue e idiomi d’Italia, n. 1/1, 1-37.
Fusco, F. (a cura di) (2022), Valorizzazione del plurilinguismo. Una ricerca nelle scuole del Friuli Venezia Giulia, Udine, FORUM editrice.
Pennycook, A. (2010), Language as local practice, New York, Routledge.
Pennycook, A. (2012), Language and Mobility. Unexpected Places, Salisbury, Short Run Press.
Dirigente scolastica
- Flavia Virgiliohttps://ilpassogiusto.eu/author/fvirgilio/
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