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Numero 24 | dicembre 2024

tagliamento

Lasciate che il Tagliamento scorra libero!


Il Re dei fiumi alpini è ancora una volta in pericolo: nuove grandi opere minacciano la sua integrità. 

Le associazioni Foce del Tagliamento, Legambiente FVG, LIPU FVG, e WWF FVG si uniscono per presentare la petizione e rivolta ai cittadini del nostro paese e dei paesi limitrofi Austria e Germania in primis.

Firma la petizione cliccando qui

Al Presidente della Regione Friuli-Venezia Giulia, all’Assessore regionale alle Infrastrutture e Territorio, all’Assessore regionale all’Ambiente, al Segretario Generale dell’Autorità di bacino distrettuale delle Alpi Orientali, al Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, alla Commissione Europea, a tutti gli Enti competentiIl Tagliamento, in Friuli-Venezia Giulia, è l‘ultimo fiume naturale delle Alpi, noto a livello internazionale come il “Re dei fiumi alpini”. 

Nel medio corso, conserva caratteristiche altrove ormai perdute: un ampio letto ghiaioso, canali intrecciati e isole fluviali, un grande volume di acque sotterranee, un mosaico di ambienti di straordinario valore. 

Per le comunità che vivono lungo le sue rive è un paesaggio dell’anima, una risorsa culturale, turistica ed economica inestimabile. 

È anche un riferimento per il mondo scientifico: lo hanno studiato e lo studiano numerose università e istituti di ricerca in Europa.

È un patrimonio da conservare per i cittadini friulani, europei, del mondo, e per le generazioni future!Oggi, questo ecosistema unico è a rischio per possibili interventi strutturali che NON “metteranno in sicurezza dalle alluvioni”.

Da anni, progetti per la gestione del rischio di alluvioni nel tratto terminale del fiume minacciano la parte di maggiore valore ambientale del Tagliamento: dalle casse di espansione (poi scartate), alla “traversa” di Pinzano (accantonata) fino, oggi, alla pianificazione di un doppio intervento: il “ponte-traversa” tra Spilimbergo e Dignano e una cassa fuori alveo a Varmo. 

È importante ricordare che queste opere, come qualsiasi intervento, non “metterebbero in sicurezza” il territorio. Ci sarebbe comunque un rischio residuo. 

Sarebbe sicura, invece, la perdita di uno degli ecosistemi fluviali più rari dell’arco alpino! 

Si provocherebbe una grave interferenza nella dinamica naturale del fiume, con conseguenze per un lungo tratto, a monte e a valle, con un pesante impatto sul paesaggio e sulle opportunità di frequentazione del fiume.

È doveroso, per noi e per le generazioni future, valutare e attuare alternative basate sulla natura.

Intervenire in un ecosistema così raro e prezioso richiede una valutazione attenta di tutte le alternative possibili, degli impatti e dei benefici, e scelte condivise con la popolazione.

Le alternative alle casse d’espansione esistono e vanno approfondite. Si tratta, dove possibile, di restituire spazio al fiume e di far transitare una parte rilevante della portata di piena all’interno di canali scolmatori esistenti o da realizzare. 

Danneggiare irrimediabilmente il Tagliamento nel suo tratto più prezioso per ridurre (non eliminare!) il rischio di alluvioni a valle non può essere l’unica soluzione possibile!Chiediamo: 

  • Di tutelare le caratteristiche naturali del Tagliamento, “Re dei fiumi alpini”, per le generazioni presenti e future;
    ● Di valutare tutte le possibili alternative basate sulla natura, per la gestione del rischio di alluvioni e per l’adattamento ai cambiamenti climatici;
    ● Di tenere conto dei numerosi dati scientifici prodotti negli anni da università ed enti di ricerca di tutta Europa;
    ● Di assicurare un’ampia partecipazione pubblica nelle decisioni sulla pianificazione e gestione del Tagliamento.

Lasciate che il Tagliamento scorra libero!

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