L’Oasi dei Quadris è ritornata
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Il 31 marzo 2024 l’Oasi dei Quadris di Fagagna ha ufficialmente riaperto al pubblico: è il risultato di un percorso ad ostacoli durato due anni, segnato dalla coraggiosa decisione dell’Amministrazione Comunale, proprietaria del sito, di istituire un Organo di Controllo dedicato. Il nuovo direttore scientifico dott. De Luca presiede, insieme al Sindaco di Fagagna, un gruppo di tecnici che sorveglieranno la gestione e manterranno gli indirizzi di tutela ambientale originari già ben disciplinati da Unione Europea e Regione.
Nel 2022 venne inoltre presa la decisione di non rinnovare la convenzione all’associazione di volontariato che in precedenza gestiva il luogo. L’Oasi naturalistica aveva infatti perso la vocazione didattica e scientifica delle origini, basata sulla centralità dei progetti di reintroduzione della Cicogna Bianca e dell’Ibis Eremita. L’inserimento di un numero eccessivo di animali, non tracciati, addirittura appartenenti a specie alloctone e di bassa corte, l’assenza di cooperazione con l’Amministrazione, la povertà nei reinvestimenti in ambito educativo, sono stati i cardini di una gestione tanto maldestra da portare ad una pericolosa condizione di disequilibrio nella gestione delle presenze faunistiche e, più in generale, nel degrado dello stato dell’ambiente.
Una nuova gestione
L’estate 2023 ha visto la pubblicazione del bando pubblico per l’avvio di una coprogettazione destinata alla più corretta gestione del sito; partecipanti: la precedente associazione ed una nuova realtà locale del terzo settore, tale Organizzazione Di Volontariato “Oasi delle Cicogne”, risultata nettamente vincente grazie tanto ad un progetto concreto, ben strutturato e responsabile, quanto alle fondamenta scientifiche garantite dalla presenza di volontari esperti nei settori della gestione animale e biosicurezza. Pur mantenendo infatti le caratteristiche tipiche di un ente del terzo settore senza scopo di lucro e traendo vantaggio dall’eterogeneità dei propri componenti, quasi tutti residenti a Fagagna, tale organizzazione ha saputo affrontare con un approccio scientifico la sfida di proporsi quale gestore di un così importante sito naturalistico. La proposta vincente si è concentrata sulla necessità di monitorare e quindi curare le acque dell’Oasi dei Quadris, riparare e ripristinare gli ambienti umidi, valorizzare e dare nuova forma ai progetti relativi a Cicogne ed Ibis Eremiti, anche grazie alla rinnovata collaborazione con l’Università degli Studi di Udine, in particolare nella figura del dott. Filacorda.
Cicogne, ibis e nuove proposte
Tra i nuovi progetti proposti trovano spazio aree didattiche dedicate alla
scoperta della flora caratterizzante le zone umide. Un tema mai sostenuto in precedenza ma di grande valore istruttivo consiste nella fauna anfibia, le popolazioni di insetti xilobionti e pronubi. Il naturale decadimento della massa vegetale è particolarmente evidente nelle zone umide, siti unici dove poter assistere a tutte le fasi di questo ciclo vitale tanto importante per gli insetti ed i vertebrati che vivono in questi luoghi. Essenziali per la Natura che ci ospita sono anche gli insetti impollinatori, nell’ottica di valorizzarne la presenza sono stai avviati i progetti di supporto alle api selvatiche ed una collaborazione con il Consorzio Apicoltori FVG ha già visto l’installazione di dieci arnie didattiche nell’ambito dell’Oasi.
Proprio all’insegna della divulgazione scientifica e della tutela dell’ambiente è quindi iniziata una fase gestionale che si vuole più moderna dei Quadris di Fagagna, una preziosa realtà, già Sito di Importanza Comunitaria della rete Natura 2000, una vera e propria Oasi sempre più minacciata da inquinamento ed antropizzazione.
Il Friuli-Venezia Giulia vanta un elevato numero di simili luoghi ed il successo di pubblico registrato in occasione delle prime aperture di quest’anno (oltre 5000 persone accorse a Fagagna in poche settimane, principalmente da fuori regione, e già decine di visite da parte di scolaresche) dimostra quanto sia giusto e sensato che i nostri amministratori regionali investano sul turismo, in questo caso naturalistico, sulla tutela del patrimonio ambientale regionale, anziché in cementificanti progetti destinati, invece, a deprimere, soffocare e mettere a rischio queste realtà che tanto possono dare alle nostre comunità e tanto saranno importanti per le generazioni future.