Le strade cambiano i ruoli dei territori anche perciò sono scelte strategiche
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Nella trasmissione del 9 maggio scorso su Telefriuli ed in altri articoli di varie testate regionali che l’hanno seguita si continua a trattare il tema della “Sequals Gemona” e della mobilità regionale con un livello di leggerezza che rasenta la banalizzazione. Precisiamo: non siamo né contro né a favore di questa o quella strada, aderenti al motto “chi semina strade raccoglie traffico” ma non si può giocare una partita senza darsi delle regole. Esistono dei documenti che anche se datati hanno dispiegato negli anni il loro valore pianificatorio indirizzando le scelte di chi si è succeduto alla guida della Regione. Possiamo e dobbiamo essere critici con detti riferimenti ma non possiamo ignorarli, se non altro in quanto frutto di analisi e sintesi a scala regionale. Quindi quando parliamo di strategicità di un tracciato stradale non possiamo evitare di consultare il Piano Regionale delle Infrastrutture di Trasporto, Della Mobilità delle Merci e Della Logistica (per quanto in corso di revisione) perché la scala di riferimento dei nostri ragionamenti, sulla viabilità, è quella regionale.
Esistono Strategie senza Piani?
Potendo dovremmo anche valutare quanto la politica regionale ha intenzione di fare per il nostro futuro, che dovrebbe trovare posto in un’altro illustre assente dalla programmazione regionale: il Piano di Governo del Territorio (PGT). Pertanto, sebbene solidali con il sacrosanto diritto dei cittadini di Fagagna e Moruzzo di protestare per le scelte che interessano i loro territori, troviamo assai sospetto che un Assessore Regionale svilisca il suo ruolo ed il suo mandato affossando, in diretta televisiva e nemmeno in un luogo istituzionale, una soluzione solo perché “impopolare” ad una parte del territorio regionale. Ed il resto della regione cosa ne pensa? Cosa dicono i documenti regionali in merito? Quella strada è utile oppure è un capriccio? Cerchiamo, nei limiti del possibile di fare un pò di chiarezza: la realizzazione del collegamento Cimpello Gemona ha origini assai lontane, si parlava all’epoca di Meschio (piccolo corso d’acqua al confine con il Veneto) Gemona, ed aveva come fine collegare le aree industriali del Pordenonese con il valico confinario di Tarvisio e l’Europa. Successivamente quella funzione si è depotenziata con l’arrivo dell’autostrada, e l’apertura dei mercati verso Est.
Depotenziata non annullata, in quanto il consolidamento dei poli industriali di Carnia e Osoppo sebbene ben serviti dall’autostrada nutrono i traffici interni della regione nella direttrice nord sud, ora principalmente servita dalla SR 463 che si congiunge con la SS13 a Codroipo o attraverso il Ponte di Dignano e la SR 177 a Pian di Pan Fiume Veneto. Sullo stesso percorso si instradano anche molti mezzi pesanti che usciti al nodo di Osoppo della A 23 risparmiano km e pedaggio collegandosi alla A 28 al nodo di Cimpello. Chi conosce il territorio sa che la SR. 463 attraversa fisicamente alcuni centri abitati ed è portatrice di volumi di traffico importanti, pertanto può ben comprendere che trovare una soluzione alternativa che possa sgravare dette situazioni è, allo stato attuale, indispensabile sia da un punto di vista trasportistico che ambientale.
Esistono strategie centrate su un unico vettore?
Diciamo “allo stato attuale” perchè riteniamo che un ripensamento delle modalità di trasporto delle merci e della mobilità in generale, alla luce degli impegni di decarbonizzazione che si è dato anche il nostro paese, sia quantomeno auspicabile, ma i tempi purtroppo sembrano ancora lunghi. Da quanto si è riuscito a cogliere dalle occasioni date di visionare lo studio sulla Sequals Gemona sembrerebbe che oltre alla componente di traffico nord sud vi sia anche una componente est ovest che attualmente si scarica principalmente lungo la SS13 e la SR 464, ambedue viabilità che presentano criticità legate all’attraversamento di centri abitati e volumi di traffico discreti per la SR 464 e molto importanti per la SS 13. Pertanto pare di capire che le soluzioni presentate si pongano anche l’obiettivo di scaricare parte del traffico da queste due viabilità. Far coincidere le due esigenze sopra riportate, par di capire, è un esercizio che si condensa nelle scelte viabilistiche che fanno parte dello studio citato ma, probabilmente, non completamente disvelato. Da cui si coglie che la soluzione (A) quella storica, lungo il Tagliamento, non risolve i problemi della rete stradale, come sopra descritti, mentre le due soluzioni restanti la (B e C) intercettano i problemi di sovraccarico della rete, e a seconda della collocazione geografica assorbono quote più o meno maggiori del traffico attualmente circolante sulla SR 463, SR 464 e la SS13.
Se questi sono i presupposti, si può affermare che la necessità di un collegamento Cimpello Gemona individuata nel Piano Regionale delle Infrastrutture di Trasporto, Della Mobilità delle Merci e Della Logistica, che però non individua tracciati, ha un senso ed una funzione e pertanto ha una finalità strategica per questa regione. Pertanto sempre, e solo se teniamo come unico punto di riferimento “strategico” l’attualità e in particolare quanto riguarda il movimento di merci, possiamo discutere della localizzazione fisica di tale collegamento ma non della necessità di realizzarlo.
E strategie senza conoscenza, partecipazione e condivisione?
E’ disarmante inoltre, dover constatare come si usino termini e si presentino soluzioni svuotandoli del loro significato e del loro potenziale trasformativo. Si è fatto un gran parlare ad esempio di partecipazione, ma per parafrasare una poesia di Leonardo Zanier: ma partecipazion ce êse? (Partecipazione cos’è). La partecipazione è una sequenza di attività finalizzate allo scopo di definire e prendere una decisione su un argomento specifico, rendendo partecipi allo stesso modo tutti gli attori attivi e interessati all’argomento.
Il fatto che ad esempio non sia ancora noto complessivamente lo studio che ha prodotto le soluzioni che sono in discussione è un elemento di non chiarezza che non pone sullo stesso piano i vari partecipanti alla discussione. Pertanto parlare di partecipazione è quantomeno azzardato. Un elemento poi non secondario è chi sovrintende alla partecipazione, perché anche la partecipazione ha i suoi riti e le sue tecnicalità e soprattutto professionisti che curano questo tipo di processi. E’ onere di queste persone cercare di dare una veste “di obiettività” ai dati raccolti rendendo poi praticabili le soluzioni condivise. Quanto fatto sino ad ora su questa vicenda è quanto di più arrangiato possibile, e se non vi fosse una continuità “politica” tra le due giunte Fedriga si potrebbe pensare che il tutto sia stato fatto apposta per affossare il lavoro fatto dal precedente Assessore, buono o cattivo che sia. Cosa che ovviamente non auspichiamo se non altro perché significherebbe gettare alle ortiche una somma considerevole.
Andava invece praticata la partecipazione sin dall’inizio coinvolgendo le popolazioni in un argomento che li deve vedere soggetti attivi, informati e responsabili delle proposte che interessano il loro territorio sia a scala comunale che regionale.
Per quanto riguarda le affermazioni televisive dell’Assessore sul raddoppio della Pian di Pan Sequals alla fine della trasmissione si rimanda anche a quanto già argomentato qui https://ilpassogiusto.eu/raddoppio-della-pian-di-pan-sequals-la-telenovela-continua/