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Numero 26 | 17 Gennaio 2025

Energia Nostra Convegno

Con “Energia Nostra” protagonisti attivi nel percorso della transizione energetica anche a Cormòns


Energia Nostra è una comunità energetica rinnovabile (Cer) che sta nascendo a Cormòns e nei Comuni vicini su iniziativa spontanea di un gruppo di cittadine e cittadini e imprenditori del territorio. Ne parliamo con Alessandra Motz, socia fondatrice dell’associazione “Cer Energia Nostra”, originaria di Cormòns e ricercatrice in Economia dell’energia all’Università della Svizzera italiana.

Motz, come ha mosso i primi passi la vostra comunità energetica?

«Abbiamo iniziato a parlarne nella primavera 2022 in vista delle elezioni amministrative a Cormòns. La proposta è stata portata avanti da cittadine, cittadini e imprenditori con il supporto del Circolo Legambiente di Gorizia. A partire da ottobre 2022 abbiamo iniziato a raccogliere le adesioni non vincolanti di molte famiglie e imprese interessate a fare parte della Cer. Il 25 febbraio 2023 abbiamo costituito l’associazione “Cer Energia Nostra”, che sarà il soggetto giuridico promotore della comunità energetica. A sottoscrivere l’atto costitutivo siamo stati in 7, originari, residenti o legati a Cormòns. Dalla metà di aprile 2023 abbiamo iniziato a presentare il nostro progetto alle persone interessate in diversi Comuni della nostra area di riferimento, spesso con il supporto delle amministrazioni comunali».

A che punto è?

«Abbiamo raccolto i dati di autoproduzione (se presente) e consumo di elettricità delle persone, organizzazioni e imprese che desiderano iscriversi alla Cer. Con questi dati stiamo elaborando uno studio di fattibilità, per essere sicuri che la Cer sia effettivamente in grado di coprire da sola i propri costi e generare un beneficio economico per i suoi soci. La Cer di “Energia Nostra” sarà effettivamente abilitata ad operare dopo che sarà stato approvato il decreto attuativo del decreto legislativo 199/2021, che ha aggiornato la normativa di riferimento, e dopo che il Gestore dei servizi energetici-GSE avrà riconosciuto formalmente l’abilitazione come Cer. In questo percorso di studio e definizione del progetto una tappa importante è stata l’accesso all’Energy Communities Repository, un bando finanziato dalla Commissione europea che abbiamo vinto assieme ad altre 24 comunità energetiche di tutta Europa. Ci ha permesso di avere un supporto tecnico nell’elaborazione di un progetto di crowdfunding fotovoltaico».

Chi può aderire alla comunità energetica?

«Possono partecipare tutte le persone fisiche, le imprese e gli enti pubblici e privati di Cormòns e dintorni, purché la partecipazione alla Cer, per quanto riguarda le imprese, non sia il loro campo principale di attività. Tutti i contatori dei membri della Cer devono essere collegati alla stessa cabina elettrica primaria – che nel nostro caso è a Mossa – ovvero la struttura, di solito posizionata all’ingresso del territorio di un’azienda o di una zona urbana, che permette il trasferimento dell’energia elettrica da alta tensione a quella a bassa tensione. Non è indispensabile avere un pannello fotovoltaico: anche i semplici consumatori possono entrare in una Cer e trarne vantaggio».

E qual è il vantaggio?

«Grazie alla disponibilità di un incentivo, la Cer aiuta chi vi aderisce a ridurre le bollette dell’elettricità. E, attraverso l’uso di energia rinnovabile, a combattere il cambiamento climatico, ridurre la dipendenza dai combustibili fossili, che tra l’altro hanno prezzi variabili e arrivano da Paesi a forte rischio geopolitico. La Cer aiuta anche a riportare sul territorio il valore dell’energia e a rendere cittadine, cittadini e comunità protagonisti attivi della transizione energetica. Nel nostro caso, vogliamo proporre un’alternativa per proteggere Cormòns e il suo territorio da iniziative e progetti che possano consumare suolo, deturpare il paesaggio e danneggiare gli ecosistemi: tramite la Cer intendiamo dare supporto alla realizzazione di impianti rinnovabili di proprietà dei residenti e localizzati su tetti, parcheggi, capannoni e altre aree già urbanizzate. Vorremmo diventare uno degli attori che hanno una voce nel processo di transizione. La Cer potrebbe mobilitare risorse anche per progetti di rilevanza sociale per la comunità come il supporto di persone in condizione di disagio economico».

Chi gestirà la comunità energetica “Energia Nostra”?

«Creeremo una cooperativa. È la soluzione che tutela meglio i suoi soci e garantisce una certa democrazia nel modo in cui vengono assunte le decisioni».

Quali sono o sono state le difficoltà incontrate nell’avvio della comunità energetica?

«Le prime sono legate ai ritardi nella definizione della disciplina finale in materia, prevista per il mese di giugno del 2022. Ad oggi ancora non è stato pubblicato il decreto attuativo del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica. Questo ha causato numerosi disagi, compresa la problematicità nell’individuare finanziamenti per sostenere l’avvio della Cer, il cui percorso – senza la legislazione definitiva – rimane nell’incertezza. Inoltre, al momento siamo tutti volontari: il sistema di presentazione del progetto, attraverso le nuove tecnologie e in presenza, e di adesione allo stesso progetto dipendono, dunque, dal tempo e dalle energie a disposizione. Infine, in un momento di marketing serrato, molti ci scambiano per venditori di elettricità da pannelli fotovoltaici. È importante superare le diffidenze iniziali per spiegare le finalità della comunità energetica».

Avete riscontrato interesse?

«Sì. Finora abbiamo spiegato il progetto a circa 500 persone nel corso dei nostri eventi. Molte altre sono state informate attraverso le iniziative organizzate da Legambiente, Università di Udine e Camera di commercio. Finora abbiamo raccolto una ottantina di adesioni tra famiglie e imprese, collegate alla cabina primaria di Mossa, ma ci sono molte persone interessate che gravitano sulla cabina di San Giovanni al Natisone e Gradisca d’Isonzo. Il nostro intento è avviare la comunità energetica nella nostra area di riferimento per poi continuare in quelle contermini, se, come speriamo, le cose andranno bene».

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